Ultimamente non sto leggendo molto. O meglio, sto leggendo libri e fumetti irrecensibili. Mi son bevuto una dozzina di Marvel Omnibus ad esempio, ma mi sembrava inutile e difficoltoso parlartene. Sono impanatanato ne L’interpretazione dei sogni di Freud (a seguito dei miei continui incubi di cui forse, peraltro, aprirò una sezione dedicata sul blog). Idem per il noioso World War Z che non riesco a terminare e per il sopravalutaterrimo (si!) Infinite Jest di Wallace che ho interrotto (succede rarissimamente, deve farmi proprio cagare). Insomma narrativa poca, e così vedo che l’ultima recensione che ho scritto di un libro è sempre dedicata al Re, Stephen King. Poco male, ti accontenterai.
Revival. Mi è piaciuto molto. Così come 22/11/63 attraversa un arco di tempo molto ampio (una vita) riuscendo a creare la nostalgia dei tempi andati (ossia le prime pagine) e facendo conoscere il personaggio principale (che scrive il libro in prima persona), grazie anche agli avvenimenti che l’hanno cambiato nel corso della sua esistenza. Non puoi non affezionarti al protagonista, sentirlo come un fratello, perchè conosci i motivi che l’hanno portato ad essere in un modo piuttosto che in un altro, li hai affrontati con lui.
Trama semplice ma molto coinvogente. Sarò breve (leggitela da un’altra parte se vuoi). Tutta la storia si gioca sul rapporto tra il protagonista Jamie (fin dall’età di 6 anni) e Charles Jacobs (prima reverendo, poi imbonitore da fiera e infine scienziato) e i loro incontri a decenni di distanza. E, naturalmente, “l’elettricità segreta”. Un gran romanzo sulla religione, la musica (tanta), la scienza e la curiosità dell’animo umano. Stupenda la Predica Terribile con cui il reverendo rinuncia a Dio dopo aver perso moglie e figlio.
Devo farti notare che in questo romanzo non ci sono cattivi. La pazzia (pazzia?) dello scienziato Jacobs infatti non è condannabile, ne dal protagonista e nemmeno da chi legge. Siamo tutti un po’ Jacobs e un po’ Jamie. Vogliamo conoscere cosa c’è dopo la morte, sempre che qualcosa ci sia.
[Chicca: se sei appassionato di “collegamenti” non ti perdi certo l’aggancio tutto interno a Joyland, il parco divertimenti dove anche Jacobs ha lavorato per qualche tempo.]
Grandi riferimenti a Poe, Lovecraft (soprattutto, con i libri proibiti) e, perchè no, al Frankenstein di Shelley. Un horror classico ai tempi moderni. Leggero e veloce con meno di 500 pg., te lo consiglio vivamente. O revivalmente, vedi tu, prova a mettere le dita nella presa della corrente e magari scoprirai il Null!