“Aspro e dolce” di Mauro Corona

Questo Aspro e dolce è un romanzo semplice, di poche pretese, che si fa leggere volentieri senza creare grandi aspettative. Corona racconta la sua giovinezza a Erto, le grandi e continue bevute di vino, la naja, le donne, ancora il vino, le risse, le osterie, (il vino), le corse in auto, le pistolettate, sempre il vino…

Non ho mai avuto, durante la lettura, la classica curiosità di “vedere cosa succede nella pagina dopo”, non è così che funziona questo romanzo. È più un piacere semplice, un divertimento nella lettura di tutti i casini fatti da Corona in giovane età (e non solo). Certo, dopo un po’ ci si chiede se sia tutto vero, perché le avventure stravaganti sono davvero molte, forse troppe, ma in fondo chi se ne frega. Corona che mangia un canarino vivo in un’osteria (sì, in stile Ozzy con il pipistrello), Corona che sopravvive a decine di incidenti mortali in auto, Corona che sfonda porte di compaesani per rubare il vino, Corona che fa saltare candelotti di dinamite rompendo tutti i vetri del paese… e poi scene da selvaggio west con pistole e feriti d’arma da fuoco.

Insomma, se per un attimo prendessimo tutto per vero, la compagnia di amici dello scrittore parrebbe essere quella di un gruppo di criminali alcolizzati. Sì, come si “intuisce” sopra, il vino è una costante giornaliera, si parla proprio di ettolitri di alcool consumati. Mai sobri, in pratica. Chissà.

Tra una rissa e una sbornia traspare la vita delle piccole comunità di una volta, semplice e basata su vecchi “valori”, tra cui l’omertà tra compaesani, il costante bisogno di vendetta al più piccolo sgarro, ma anche il senso dell’amicizia vera.

È sicuramente un romanzo autocompiaciuto, seppure piacevole, ma non ai livelli dei primi che ho letto. Preferisco comunque il Corona di L’ombra del bastone e Il canto delle manère.

8 pensieri riguardo ““Aspro e dolce” di Mauro Corona”

  1. Ho sempre letto con grande piacere soprattutto i primi libri del Signor Corona. Riguardo ad “Aspro e dolce” desidererei che qualcuno mi spiegasse perché, in occasione della vacanza al mare, la famiglia compie il viaggio di andata con la propria Fiat uno e, per tornare a casa, l’autore se na procura un’altra barattandola con una bicicletta (rubata …..).
    Questo errore lascia perplessi , fa sorgere dei dubbi nel lettore e, nel mio caso, disincentiva a proseguire nella lettura di altri romanzi dell’autore (alcuni, tra l’altro già acquistati………..)
    Grazie.

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      1. Grazie Marco Cesari.
        Tanti anni fa trascorrevo i mesi estivi in Trentino ed acquistavo un quotidiano che mi pare si chiamasse l’Adige, sul quale comparivano racconti di gufi, civette, boschi, bracconieri e tutto un mondo che io amo immensamente……….così conobbi per la prima volta le sue storie……..che poi divennero libri.
        Molti si chiedono se quest’ultimi siano scritti effettivamente da lui. Me lo chiedo anch’io.
        I primi , sicuramente, sono frutto del suo ingegno e della sua mano; i successivi, chissà……..forse lui detta le sue storie e c’è chi, poi, le trascrive…….del resto, questo è assai frequente: grandi atleti, politici di spicco ed altri personaggi pubblici che desiderano scrivere la propria biografia, la raccontano, normalmente, ad un giornalista che poi provvede al resto.
        Tornando al Signor Corona, mi sono dato una risposta: le storie contenute nei suoi libri sono bellissime e non voglio privarmi del piacere di conoscerle (e se il prezzo da pagare è quello di dover sopportare errori macroscopici come quello già descritto, pazienza……).
        Per quanto mi riguarda, d’ora in poi, continuerò a leggere questi romanzi: che siano frutto del suo ingegno o no, non importa: queste storie mi fanno star bene e mi danno belle emozioni. Se esiste, da qualche parte del nostro Paese, un ghost writer, complimenti a lui ……….
        Nulla da aggiungere.
        Un caro saluto, Signor Marco Cesari.
        A presto, spero
        Paolo.

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        1. A presto Paolo e grazie per il commento! Recentemente, a tema “montano”, ho letto ” Le otto montagne” di Paolo Cognetti, mi è piaciuto davvero molto. Anche Francesco Vidotto scrive belle storie. Corona lo leggo parecchio ma alcuni libri sono molto meglio di altri, a mio parere. I miei preferiti rimangono “Il canto delle manere” e “L’ombra del bastone”. A presto!

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