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“Il borghese Pellegrino” di Marco Malvaldi

È appena uscito Bolle di sapone, il nuovo romanzo della serie del BarLume, e io speravo di potere riascolatare Malvaldi a Librixia. Tuttavia ho scoperto che, quest’anno, l’autore non sarà tra gli ospiti del festival, quindi mi sono “accontentato” di leggere un altro suo romanzo, Il borghese Pellegrino, seguito di Odore di chiuso. Mi è piaciuto.

Ancora una volta in un castello (anche se convertito in azienda agricola), ancora una volta isolato insieme ad altri personaggi bizzarri (alla Dieci piccoli indiani), il gastronomo Pellegrino Artusi si trova, suo malgrado, ad essere testimone di un omicidio. Un uomo è morto, all’apparenza soffocato, chiuso dentro la propria camera da letto. Artusi fa in modo che, a indagare, venga chiamato sul posto l’ispettore Artistico, già coprotagonista del primo libro della serie. E qui mi fermo.

Che dire, mi piace l’ambientazione in un luogo circoscritto, e mi piace anche la consueta commistione tra scienza, storia e ironia (tanta) che Malvaldi mette in campo. Adoro le volgarità (questa non è una novità) che compaiono qua e là tra le righe, stemperate da un’attenta ricostruzione del periodo storico e dei rapporti  tra Italia e Impero Ottomano. Peraltro, credo che questo secondo libro mi sia piaciuto più del primo, l’ho trovato più scorrevole e divertente.

Ora dovrò per forza recuperare Bolle di sapone, anche se questa volta l’avrò senza autografo.

Libri che ho letto di Marco Malvaldi:

Serie del BarLume
La briscola in cinque (2007)
Il gioco delle tre carte (2008)
Il re dei giochi (2010)
La carta più alta (2012)
Il telefono senza fili (2014)
Sei casi al BarLume (2016, racconti)
La battaglia navale (2016)
A bocce ferme (2018)

Altri
Odore di chiuso (2011)
Argento vivo (2013)
Il borghese Pellegrino (2020)

“Argento vivo” di Marco Malvaldi

Di Marco Malvaldi avevo letto solo (tutta) la serie del BarLume, Argento vivo è quindi il suo primo romanzo che affronto a non avere per protagonisti gli ormai famosi vecchietti del barre. Ero preoccupato, perché con il BarLume si ride parecchio e temevo che questa “tradizione” potesse terminare. Ecco, mi sbagliavo, si ride anche con Argento vivo… Peraltro, nel frattempo, ho avuto modo di ascoltare Malvaldi a Librixia, durante la presentazione del suo ultimo lavoro Vento in scatola, e ho scoperto che è proprio un personaggio piacevole anche fuori dalle pagine (cosa non scontata).

Non starò a raccontarti la trama del romanzo, perché sapere troppo toglierebbe il piacere della lettura. Si parla di furti (in casa, in auto, in azienda) e di scambi di persona. Non è definibile come giallo poiché il lettore è sempre al corrente di ciò che sta accadendo e di chi sia il colpevole, senza che vi sia mai un mistero (se non per i personaggi della storia che cercano di venire a capo degli intrighi). Tutto il divertimento nasce proprio dall’osservazione di questi personaggi e dalle loro incomprensioni. Il genere è quindi più quello della commedia degli equivoci.

Come per il BarLume, insomma, si parla di un umorismo leggero e intelligente allo stesso tempo. Questo è uno dei quei libri che si leggono velocemente ma che devono aver richiesto una incredibile precisione nell’articolazione della trama e delle situazioni comiche.
Bene, ora mi tocca leggere anche tutti gli altri romanzi di Malvaldi, Vento in scatola è già sulla mensola (autografato).

Serie del BarLume:
La briscola in cinque (2007)
Il gioco delle tre carte (2008)
Il re dei giochi (2010)
La carta più alta (2012)
Il telefono senza fili (2014)
Sei casi al BarLume (2016, racconti)
La battaglia navale (2016)
A bocce ferme (2018)

Altri romanzi:
Argento vivo (2013)

“A bocce ferme” di Marco Malvaldi (serie BarLume)

A bocce ferme è, per ora, l’ultimo libro della serie del BarLume. Io, nel frattempo, mi sono già procurato un altro romanzo di Marco Malvaldi, Argento vivo, anche per scoprire come sia leggere qualcosa di diverso dalle indagini del bar(r)ista Massimo Viviani. Ma veniamo al punto.

In questo episodio a scatenare le indagini di Massimo, della sua fidanzata poliziotta Alice e, ovviamente, della banda della “maglia-di-lana” (i quattro ottuagenari avventori del bar) è un testamento. Un testamento in cui il ricco proprietario di un’azienda farmaceutica si dichiara reo confesso di un assassinio avvenuto nel ’68. Da qui partono tutta una serie di ricordi e di memorie degli anziani che ci riportano nel periodo dei figli dei fiori e, soprattutto, in quello delle lotte studentesche e operaie… mi fermo.

Come sempre la narrazione è divertente e si ride parecchio ma, devo ammettere, rispetto ai libri precedenti sembra che il “giallo” qui prenda più piede. Se di solito, infatti, a motivarmi fortemente nella lettura era il contesto goliardico, in questo episodio sono anche stato parecchio curioso di venire a capo del “caso”. Per una serie ormai dalle caratteristiche consolidate devo dirti che questa differenza l’ho sentita in modo abbastanza deciso, non che sia un male, anzi, ha aggiunto ancora qualcosa a uno schema ben collaudato e funzionante.

Serie del BarLume:
La briscola in cinque (2007)
Il gioco delle tre carte (2008)
Il re dei giochi (2010)
La carta più alta (2012)
Il telefono senza fili (2014)
Sei casi al BarLume (2016, racconti)
La battaglia navale (2016)
A bocce ferme (2018)

“La battaglia navale” di Marco Malvaldi (serie BarLume)

Questa volta il cadavere che “affolla” il litorale di Pineta è quello di una giovane e bella badante ucraina. Tra i principali sospettati l’ex-compagno violento. Nel frattempo alcune ville vengono vandalizzate con dei graffiti. Ci sarà qualche collegamento tra le due cose?
E di più non ti dico, per ovvii motivi.

Malvaldi non delude mai, né lui, né il bar(r)ista Massimo Viviani e nemmeno i “prostatici quattro”, cioè i quattro ottuagenari fruitori del BarLume. Io non sono un grande amante dei gialli, ma la serie del BarLume mi ha proprio preso, non c’è niente da fare. Più che le trame, coinvolgenti e funzionanti, sono le continue gag ad avermi conquistato. Questo La battaglia navale, così come tutti i romanzi precedenti, è uno di quei libri che ti fa ridere da solo mentre lo leggi. Allo stesso tempo ti fa sentire come se, seduto a un tavolino del BarLume, ci fossi un po’ anche tu.

Quello che non mi fa ridere è che questo sia il settimo libro della serie e che quindi mi manchi solo l’ultimo da leggere, A bocce ferme. Quasi quasi lo tengo da parte come faceva Tom Hanks con il pacco della FedEx in Cast Away, in attesa che Malvaldi scriva il prossimo.

Serie del BarLume:
La briscola in cinque (2007)
Il gioco delle tre carte (2008)
Il re dei giochi (2010)
La carta più alta (2012)
Il telefono senza fili (2014)
Sei casi al BarLume (2016, racconti)
La battaglia navale (2016)
A bocce ferme (2018)

“Sei casi al BarLume” di Marco Malvaldi (serie BarLume)

Nel momento in cui scrivo sono otto i libri di Marco Malvaldi, editi da Sellerio, dedicati alla serie del BarLume, e con questo io ne ho letti sei. Sei casi al BarLume si distingue dagli altri perché è l’unico a non essere un romanzo ma una raccolta di racconti brevi (circa 40 pagine l’uno). Per la precisione i racconti sono: L’esperienza fa la differenza, Il Capodanno del Cinghiale, Azione e Reazione, La tombola dei troiai, Costumi di tutto il mondo e Aria di montagna.

Se già normalmente qui non approfondisco le trame, per non togliere la sorpresa, puoi capire perché, a maggior ragione, questa volta più di tanto non posso dirti. Sono ovviamente tutti racconti gialli e quasi tutti “con il morto”. Nei primi è ancora operativo il commissario Fusco, negli ultimi entra in scena la commissaria Alice Martelli (e già si intuisce che Massimo Viviani, il barRista, avrà modo di conoscerla bene in futuro).

Che dire, come sempre Malvaldi è molto scorrevole e divertente, forse addirittura più umoristico del solito. Le trame sono infatti meno articolate e le gag più frequenti. Questo potrebbe anche essere un buon libro da cui iniziare a leggere questa serie, poiché non sconvolge la cronologia pur piazzandosi a metà produzione.

Serie del BarLume:
La briscola in cinque (2007)
Il gioco delle tre carte (2008)
Il re dei giochi (2010)
La carta più alta (2012)
Il telefono senza fili (2014)
Sei casi al BarLume (2016, racconti)
La battaglia navale (2016)
A bocce ferme (2018)

“Il telefono senza fili” di Marco Malvaldi (serie BarLume)

Quinto episodio della serie di romanzi del BarLume di Marco Malvaldi, edita da Sellerio. Nel momento in cui scrivo i libri pubblicati sono otto (sette romanzi più una raccolta di racconti), io li ho già sulla mensola, quindi rassegnati che piano piano te li pippi tutti.

Come sempre non ti dico molto della trama, trattandosi di un giallo. Questa volta a far aprire le danze (delle anche) dei vecchietti del bar è la scomparsa di una donna, nota per avere problemi coniugali abbastanza importanti. Subito i sospetti ricadono sul marito, ma non c’è niente di scontato al BarLume e il bar(r)ista Massimo Viviani si troverà quindi a indagare su intercettazioni telefoniche e medium televisivi (o presunti tali). Mi fermo.

La principale novità di questa nuova puntata è costituita dall’uscita di scena del commissario Fusco, sostituito dalla giovane, e molto appetibile, Alice Martelli. Questo fatto, in concomitanza del ritorno di Tiziana dietro al bancone (insieme all’ex marito Marchino), fa presagire ulteriori complicazioni per quanto riguarda la vita sentimentale di Massimo.

Vedremo o, meglio, leggeremo.

Serie del BarLume:
La briscola in cinque (2007)
Il gioco delle tre carte (2008)
Il re dei giochi (2010)
La carta più alta (2012)
Il telefono senza fili (2014)
La battaglia navale (2016)
Sei casi al BarLume (2016, racconti)
A bocce ferme (2018)

“La carta più alta” di Marco Malvaldi (serie BarLume)

La carta più alta è il quarto episodio della serie del BarLume scritta da Marco Malvaldi.
Questa volta il bar(r)ista Massimo Viviani, i quattro ottuagenari e il commissario Fusco sono alle prese con un dubbio caso di morte naturale, parrebbe per gli effetti devastanti della chemioterapia, avvenuto subito dopo la vendita di una nuda proprietà… come al solito mi fermo qua, trattandosi di un giallo.
Intanto anche le vicende personali che ruotano attorno a Massimo subiscono qualche scossone. Tiziana, la bella banconista, torna a lavorare nel bar e lui, nel frattempo, si vendica della Gorgonide, la temibile vicina di casa che frigge qualsiasi cosa rendendo l’aria irrespirabile.

La struttura è ormai consolidata, così come le gag, ma questo rimane comunque l’episodio della serie che più mi è piaciuto. Credo sia dovuto a un equilibrio perfetto tra la parte di vero e proprio “giallo” e quella più leggera che si occupa di tutto quello che gira attorno al mondo del BarLume. Siamo sul 50 e 50, un’ottima soluzione per chi cerca non solo l’intrigo ma anche lo svago e il divertimento.
Ci sentiamo a breve con Il telefono senza fili.

Serie del BarLume:
La briscola in cinque (2007)
Il gioco delle tre carte (2008)
Il re dei giochi (2010)
La carta più alta (2012)
Il telefono senza fili (2014)
La battaglia navale (2016)
Sei casi al BarLume (2016, racconti)
A bocce ferme (2018)

“Il re dei giochi” di Marco Malvaldi (serie BarLume)

Il re dei giochi è il terzo libro della serie del BarLume. Ed è anche il biliardo, quello che Massimo Viviani installa nella stanza sul retro del bar e che offre lo spunto per il titolo del romanzo a Malvaldi. Inutile dire che attorno al rettangolo verde i quattro “senatori”, assidui clienti del bar, trasferiranno il loro ufficio dei pettegolezzi, con la consueta dose di ironia, cinismo e volgarità. Tra una partita e una Gazzetta il gruppetto di neo-investigatori dilettanti cercherà di risolvere il delitto stagionale: una donna in coma irreversibile, in seguito a un incidente d’auto, è stata uccisa in ospedale. La vittima è la vedova di un noto e ricco imprenditore di Pineta e nell’incidente è morto anche il figlio…
Come sempre, trattandosi di un giallo, non ti aggiungo altro, se no che gusto c’è.

Non c’è molto da aggiungere riguardo a quanto ti ho già detto su questa serie (sotto ti riporto i titoli, cosa che farò da ora in avanti), si tratta di una lettura veloce, poco impegnativa e molto divertente. L’ideale per staccare tra volumi più “tosti”, ed infatti sto alternando il BarLume ai tomi corposi presenti tra i miei “da leggere”.

Non è nemmeno forzatamente necessario leggere i libri nell’ordine di scrittura, ma esiste una macrotrama (niente di complicato) che è piacevole da seguire e sarebbe quindi insensato partire in ordine casuale, essendo gli episodi comunque tutti godibili più o meno allo stesso modo (per ora).
Ci risentiamo più avanti con il quarto romanzo…

Serie del BarLume:
La briscola in cinque (2007)
Il gioco delle tre carte (2008)
Il re dei giochi (2010)
La carta più alta (2012)
Il telefono senza fili (2014)
La battaglia navale (2016)
Sei casi al BarLume (2016, racconti)
A bocce ferme (2018)

“Il gioco delle tre carte” di Marco Malvaldi (serie BarLume)

Durante un congresso di qualcosa-di-difficile-che-ora-non-ho-voglia-di-controllare (tipo biomeccannica quantistica molecolare) un relatore giapponese muore, apparentemente di malore, ma in realtà è presto chiaro sia stato avvelenato. Allo stesso congresso è presente Massimo, il proprietario del BarLume, incaricato del servizio catering. Il commissario Fusco lo convoca quindi per avere una sua testimonianza… Mi fermo.

Il secondo libro della serie del BarLume è più lungo del primo, circa 200 pagine, anche se in realtà la trama è meno intricata. Questo non è per forza una negatività (non credo si legga la serie scritta da Malvaldi per la passione per il Giallo), ma è comunque un dato di fatto. I colpi di scena sono quindi offerti più da dettagli che erano sfuggiti al primo sguardo, piuttosto che dall’evolversi della vicenda. Si potrebbe affermare, senza calcare la mano, che la storia di per sé sia abbastanza ferma (lo definirei per certi versi un giallo informatico); non lo è però l’umorismo, che invece galoppa veloce tra Massimo e i quattro vecchietti avventori del suo bar.

Che dire, una lettura veloce e leggera, che anche in questo caso mi ha fatto ridere da solo in diverse occasioni. I personaggi sono così ben costruiti che mentre leggi hai la sensazione di essere lì, seduto al tavolino con loro, ad ascoltare le battute in toscanaccio (talvolta anche volgari e quasi mai politically correct).

Nel frattempo mi sono procurato anche gli ultimi libri che mi mancavano per avere tutta la serie, compresa la raccolta di racconti brevi. Qualsiasi altro commento su cosa penso di questa serie diventa quindi superfluo…

“La briscola in cinque” di Marco Malvaldi (serie BarLume)

Le mie future letture si presentano tutte parecchio impegnative dal punto di vista quantitativo, nel senso che spaziano tra le 600 e le 2000 pagine l’una (alcuni titoli sul comodino: The Outsider, Rumo e i prodigi nell’oscurità, Il nome della rosa, Il conte di Montecristo, l’opera omnia in Mammut di Lovecraft…). Ho quindi deciso di intervallare questi enormi tomi con qualcosa di più rilassante, leggero e veloce. In poche parole tu, fedele follower, ti pipperai nel tempo tutta la serie del BarLume di Malvaldi, che si presta benissimo alla funzione.

Ti faccio anche un’altra premessa, la premessa bis. Ho scoperto Malvaldi attraverso la serie in tv de I delitti del BarLume, tratta dai suoi gialli, che mi ha divertito parecchio. Inoltre, post lettura, posso anche dire che gli attori sono azzeccatissimi, Filippo Timi in primis. Per fortuna la mia memoria, degna di Guy Pearce in Memento, mi consente di dimenticare qualsiasi cosa, soluzione del caso compresa, lasciandomi quindi la curiosità di scoprire chi è l’assassino.

Venendo a La briscola in cinque (2007) la trama è semplice. Nell’immaginario paesino toscano di Pineta viene ritrovato il cadavere di una ragazza in un cassonetto. Chi l’avrà uccisa? Perché? Di più non dico, è un giallo…
La parte originale è che a svelare i misteri e gli intrighi sia Massimo, il barista del BarLume, costantemente impegnato a tenere a bada quattro ottuagenari fruitori del suo locale, novelli investigatori. Il tutto condito da battute in toscanaccio, leggere e divertenti.

Insomma, è chiaro che siamo di fronte a una via di mezzo tra un giallo e un romanzo comico, ma se cerchi qualcosa di non impegnativo per svagarti e fare qualche risata, è il libro giusto. E poi consente comunque, durante la lettura, di azzardare qualche ipotesi su chi sia il colpevole, mantenendo un po’ attivo il cervello.

Della serie del BarLume per ora sono editi sette romanzi e una raccolta di racconti. Io ho già i primi cinque, quindi con il tempo arriveranno anche gli altri. Il prossimo che leggerò, in ordine cronologico, sarà Il gioco delle tre carte (2008), che sarà probabilmente anche un pochino più strutturato, poiché più lungo. Vedremo.

Ora, invece, devo decidere quale degli altri libroni leggere tra quelli in attesa. Credo Rumo, ma chissà…