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“Sol levante” di Michael Crichton

Quando ti avevo parlato de Il cammino del Giappone – Shikoku e gli 88 templi ti avevo anche anticipato che sarei presto tornato in Oriente… e, infatti, eccomi qua.
[Sì, ci starebbe uno stacchetto con tipica musica locale, ma non abbiamo tutti ‘sti effetti speciali. Al limite si va a mangiare in un all you can eat. Ah, no, adesso non si può.]

Sol levante è il secondo romanzo di Michael Crichton che leggo, dopo Jurassic Park, e  sottoscrivo quanto già detto per i dinosauri: nonostante l’edizione datata che avevo tra le mani (in alcuni punti i caratteri erano finamai smangiucchiati) il libro è volato.
A onor del vero, giusto per non dire solo cattiverie di questa Edizione Club, era presente un “amico” che non incontravo da tempi immemori: il cordino segnalibro. Un piccolo dettaglio retrò ma di una comodità impagabile. Ora è raro trovarlo, ma io lo imporrei per legge agli editori. Fine dell’excursus sul cordino.

La trama è conosciuta, anche grazie al famosissimo film omonimo di Philip Kaufman con Sean Connery e Wesley Snipes, ma te ne riporto comunque un po’. Senza esagerare, è sempre un thriller/giallo, quindi…
A Los Angeles, durante una festa nel grattacielo della Nakamoto (multinazionale giapponese), una ragazza viene strangolata dopo un rapporto sessuale bello perverso come piace a noi. Incaricato di risolvere il caso è l’agente Peter Smith, al quale viene inviato in supporto John Connor (no, non è tornato indietro nel tempo => Terminator), esperto di tutto ciò che riguardi il Giappone. In ballo ci sono interessi economici che coinvolgono grosse aziende e importanti politici. Stop.

Se in Jurassic Park alla trama principale veniva associato tutto un discorso sull’utilizzo smodato della scienza, in Sol levante l’attenzione si sposta sulle strategie economiche commerciali tra USA e Giappone. Il fuoco sull’argomento è talmente mirato che Crichton ci tiene, in fondo al romanzo, a specificare che nella storia ha esternato quelle che sono le sue opinioni personali e non quelle di tutti gli informatori (un lunghissimo elenco di nomi) che l’hanno aiutato nella stesura. Negli USA il dibattito (siamo nel 1993) era infatti accesissimo. L’America si stava svendendo al Giappone? Le tecnologie dovevano essere protette dal Governo? Crichton ritiene apertamente che gli USA si siano venduti per mancanza di carattere e spirito di sacrificio, che non abbiano saputo/voluto difendersi in nome di un ideale di liberismo economico perdente, sconfitto dalla spietatezza della cultura giapponese (per la quale il commercio sarebbe ritenuto una guerra da vincere ad ogni costo).

La potenza di questo romanzo è quindi doppia, da una parte per la storia incalzante, il mistero, il thriller vero e proprio, dall’altra per gli argomenti trattati sotto la trama. Un poliziesco con molta sostanza appiccicata addosso. Certo, la scienza dei “dinosauri” era un tema universale, e di sicuro più condivisibile, rispetto al conflitto economico nippo-statunitense, ma spero di ritrovare questo tipo di bipartizione anche nei prossimi libri di Crichton che, di sicuro, leggerò.

“Il cammino del Giappone – Shikoku e gli 88 templi” di Luigi Gatti

Ho avuto il piacere di conoscere Luigi Gatti qualche mese fa, durante una sua presentazione dalle mie parti. Di solito non frequento le presentazioni letterarie (mea culpa) perché preferisco reperire online le informazioni sui libri, tuttavia ero a conoscenza del fatto che Gatti fosse un oratore esperto e volevo rubargli qualche segreto che sarebbe potuto tornarmi utile. L’abilità oratoria dell’autore si è rivelata assolutamente all’altezza delle aspettative, tanto che io ho realizzato non sarei mai riuscito a tenere un monologo simile mantenendo così alta l’attenzione del pubblico… ma questa è un’altra storia.

Il cammino del Giappone – Shikoku e gli 88 templi racconta l’esperienza vissuta dallo stesso Gatti lungo il percorso circolare di 1200 chilometri sull’isola di Shikoku (la più piccola delle quattro principali isole dell’arcipelago giapponese). L’itinerario prevede, appunto, la visita degli 88 templi del Buddhismo Shingon. L’autore, camminatore esperto che aveva precedentemente intrapreso il cammino di Santiago, spiega anche come e perché sia arrivato ad affrontare questa avventura e a diventare quindi un Ohenro (cioè un pellegrino, nella lingua locale).

Avevo rimandato la lettura pensando «ok, ma se non fai il cammino il libro cosa lo leggi a fare»: mi sbagliavo di grosso! Il cammino del Giappone narra, infatti, in primo luogo un viaggio interiore, universale per qualsiasi sfida si decida di affrontare (sia essa fisica o mentale). Certo, chi ha vissuto questa esperienza specifica (o chi la vivrà) troverà nel libro utili suggerimenti e potrà condividere il piacere di (ri)incontrare posti noti, ma non è a mio parere questo il vero “scopo” dell’opera.

Da non-frequentatore di Shikoku (né del Giappone, per ora) ho apprezzato appieno anche la descrizione di una cultura del tutto diversa dalla nostra, che Gatti illustra benissimo nei pro (tanti) e nei contro (pochi). Le differenze sono molto evidenti soprattutto nel rispetto verso il prossimo, così sviluppato da apparire straordinario (fantascientifico?). Mi viene subito in mente l’esempio dei contadini che lasciano, sulla strada, dei banchi alimentari self-service, dove chi compra deposita il denaro prendendo solo quanto gli spetta (tutto sulla fiducia!). Una cosa da noi impensabile. Ma sono molteplici le situazioni che fanno apparire il Giappone come una terra dalla quale avremmo molto da imparare…

Un’altra cosa che mi ha colpito è stata l’umiltà con la quale l’autore affronti qualsiasi scambio interpersonale, unita a una sete di conoscenza priva di pregiudizi. Devo dire che, in questo, ho ritrovato esattamente la persona che ho conosciuto dal vivo, un rarissimo esempio di creatore simile alla propria opera (sai che in genere preferisco non sapere chi ci sia “dietro”, poiché nella maggioranza dei casi “dietro” c’è una delusione).
È forse questo l’insegnamento più importante del libro: trovare sempre il modo di affrontare la vita con la mente aperta, una abilità che abbiamo dimenticato.

Ora ho sulla mensola dei “da leggere” anche Sol levante di Crichton. Beh, mi è venuta voglia di Giappone, quindi credo che ci rimarrò (sebbene restando a casa).

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