Later l’ho letto in due giorni, è un romanzo che si fa divorare. Non tanto per la trama (che non ha nulla di straordinario) quanto perché quando King parla dell’adolescenza o, comunque, mette in campo un protagonista ragazzino, non posso far altro che rimanere ipnotizzato.
Jamie è il figlio di un’agente letteraria, non sa chi sia suo padre e vede le persone morte (l’avevo detto che la storia non era straordinaria, no?). Va tutto abbastanza bene, fa amicizia con un anziano vicino di casa, aiuta qualche trapassato e via dicendo. La sua vita scorre regolare tra alti e bassi, fino a quando non incontra il Male. Mi fermo.
Per qualche motivo ero convinto che questo romanzo fosse un poliziesco con risvolti paranormali: non lo è (un poliziesco, intendo). Sì, la compagna della mamma (strizzatina d’occhio) di Jamie è una poliziotta, ma finisce qui. Non si può nemmeno definire un giallo, Later è un horror di formazione, genere del quale il Re è… Re, appunto. Insomma, non farti troppo influenzare dalla versione americana della copertina, che suggerisce un qualche tipo di mistery (che poi è uguale alla copertina italiana, ma c’è quella pistola con la scritta Hard case crime che, insomma…)
Ancora una volta King ti riporta a quelle amicizie caratterizzate da una grande differenza d’età (l’ultima era ne Il telefono del signor Harrigan, il primo racconto di Se scorre il sangue) che hanno contraddistinto diversi suoi romanzi. Lo fa bene, lo sa fare, lo sappiamo.
Oltre a tutto questo, in Later, c’è una sorta di dedica al mondo che gira attorno ai romanzi e che resta dietro le quinte, quello degli agenti letterari.
Non vorrei che fraintendessi, però, ora che ci penso. Sebbene le similitudini con Il sesto senso siano molte, il romanzo di King non ha nulla a che fare con il film di Shyamalan. La trama si sviluppa in tutt’altro modo e l’intervento del Male (con qualche similitudine con il male supremo di Derry, IT) è molto più approfondito. Se hai confidenza con il regno immaginifico creato da King, non ti sfuggirà di certo il “rituale” che prevede il mordersi la lingua a vicenda con il nemico. La tartaruga è dietro l’angolo, insieme ai Vettori.
Non credo che Later verrà ricordato come uno dei migliori libri di King, però lui ci ha buttato dentro parecchio, questo è indubbio. È un bel punto di connessione tra molte storie, che gli appassionati si potranno godere appieno. È più un romanzo sul come, che sul cosa. È più una sintesi sullo stile, che una nuova aggiunta. A me, comunque, è piaciuto molto, perché ha la leggerezza di Joyland. E poi lo sai che io con Stephen mi sento a casa, ed è in assoluto l’unico autore con il quale mi succeda.
Ora attendo con ansia Billy Summers (uscita USA in agosto). Ah, e ho già preordinato il saggio Guns – Contro le armi, che uscira a maggio in sole diecimila copie (Marotta&Cafiero editori, Scampia).
Chissene della regina: Dio salvi il Re.
Ho letto quasi tutto di Stephen King (me ne mancano 3), ma quelli di cui ti ho parlato sul blog sono questi:
Blaze (2007, come Richard Bachman)
Duma Key (2008)
Revival (2014)
Mr. Mercedes (2014)
Chi perde paga (2015)
Il bazar dei brutti sogni (2015)
Fine turno (2016)
La scatola dei bottoni di Gwendy (2017, con Richard Chizmar)
Sleeping Beauties (2017, con Owen King)
The Outsider (2018)
Elevation (2018)
L’istituto (2019)
Se scorre il sangue (2020)
Later (2021)
Rieccomi! Eri convinto che Later fosse un poliziesco perché è così che viene descritto su Internet: se digiti “stephen king later poliziesco”, ti accorgerai che più di un articolo l’ha etichettato così. Gli autori degli articoli in questione probabilmente non avevano letto il libro: si sono limitati a leggere una sinossi in cui veniva dato molto risalto al personaggio di Liz, e questo, unito al fatto che la casa editrice americana di Later pubblica soprattutto polizieschi, li ha indotti in errore.
Comunque questa definizione non mi sembra totalmente sbagliata: infatti Liz é effettivamente una poliziotta e, pur non essendo la protagonista assoluta del libro, ha comunque un ruolo prominente in almeno 2 parti del romanzo (quella di Therriault e il finale).
Detto questo, l’unico romanzo di King al quale calza a pennello l’etichetta di poliziesco è Buick 8, che a mio giudizio è anche il suo romanzo più bello in assoluto. E te lo dice uno che ha letto una fetta consistente della sua bibliografia.
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Rieccoti! Che piacere!
Sì sì, ricordo questa promozione “deviante” di Later. Liz è una poliziotta, è vero, ma nella seconda parte del romanzo questa cosa conta poco ai fini “polizieschi” (non aggiungo altro, per non spoilerare). La prima parte, dove l’indagine su Therriault potrebbe avere maggiore risalto, lascia subito il passo all’arrivo del Male e Therriault diventa solo un mezzo.
Non che mi sia dispiaciuto, non amo i polizieschi (in forma di libro, per quelli su schermo è tutta un’altra cosa), Ellroy escluso, ovviamente.
Ho trovato molto più poliziesca la serie di Mr. Mercedes. Ok, è vero, lì erano investigatori, ma la struttura è, secondo me, più vicina al genere.
Avendo letto tutto King ci ho messo mooolti anni (ho iniziato da adolescente, il primo è stato Gli occhi del drago). Buick 8 lo ricordo piacevole ma l’ho letto nel 2002… Ricordo che aveva qualche collegamento con Cuori in Atlantide, se non sbaglio (gli uomini bassi col soprabito giallo, mi pare).
Dovrei ripassare, ecco. Dovrei ripassare.
Grazie per il tuo commento Wwayne!
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Grazie a te per l’educazione che dimostri nel rispondere sempre ai miei commenti! 🙂
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Ma… ma è uscito?! E io non ne sapevo assolutamente nulla, me lo vivevo come qualcosa che avrebbe dovuto arrivare in un momento X imprecisato nel futuro! Tocca correre in libreria, da quello che hai scritto sembra qualcosa per cui potrei semplicemente impazzire – ma qualsiasi cosa che abbia un anche solo velato riferimento a It per me parte già avvantaggiato.
Proprio la scorsa settimana ho finito di leggere 22/11/63, e mi è piaciuto tantissimo. Forse il finale non mi ha fatto impazzire, avrei preferito una risoluzione meno fantascientifica sebbene mi renda conto dell’assurdità di chiedere una cosa simile per un libro che parla di viaggi nel tempo. Solo che la parte delle realtà che collassano, in un certo senso, non ha proprio esaltato; nulla a che vedere con il corpo del romanzo, che ho amato dalla prima all’ultima pagina.
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È uscito, è uscito… e devo dire che mi è piaciuto. È semplice, ma quel semplice che ti fa passare delle belle ore rilassate. Sì, è una goduria per chi cerca, come me, i rimandi ad altre opere di King.
Ricordo come la battaglia finale di IT fosse, nel libro, qualcosa di metafisico (poi stravolta in entrambi i film, ma era inevitabile). Ecco, ci sono dei richiami (echi lontani, forse) a quella lotta tra Bene e Male.
22/11/63 è uno dei miei preferiti degli ultimi anni. Mi è piaciuta finamai la parte del ballo (non spoileriamo, per chi legge), molto romantica. E io di solito con il romanticismo non ci vado molto d’accordo.
Poi fammi sapere, quando l’hai letto!
Ad agosto/settembre dovrebbe uscire il prossimo, Billy Summers, e poi c’è quel saggio sulle armi, Guns, che esce a maggio (è del 2013, eh) con un editore che non conoscevo. Una cosa stranissima…
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Interessante, da leggere.
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