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“Sopravvissuto” di Dean Koontz

Un volo aereo con duecento passeggeri precipita in picchiata da seimila metri e si schianta al suolo con una violenza tale da lasciare detriti grandi al massimo quanto francobolli. Joe Carpenter, su quell’aereo, aveva tutto ciò a cui teneva: la moglie e le due figlie. È un uomo distrutto, disperato e che aspira solo al suicidio. Trascorre un anno cercando il coraggio di spararsi, fino a quando non incontra Rose, una donna che, contro qualsiasi logica, sembra essere uscita illesa dallo schianto. Ma Rose, che sta cercando di mettersi in contattao con i famigliari di tutte le vittime, è braccata da uomini armati che vogliono metterla a tacere e, mentre Joe indaga, chiunque incontri Rose si suicida nei modi più bizzarri.

Eh, Koontz, Koontz, Koontz… che difficoltà parlare di questo tuo romanzo. 400 pagine lette in meno di una settimana. Quindi buono, no? Eh, che difficoltà…

Indubbiamente la trama è coinvolgente e sei sempre curioso di sapere cosa stia per accadere. Koontz gioca molto bene le sue carte e per ogni risposta che offre ti regala anche due domande, in un gioco infinito alla ricerca della soluzione. Una soluzione che, bisogna dirlo, non delude. La storia sta in piedi ed è anche abbastanza originale (si parla di un romanzo del 1997). Avevo voglia di prendere in mano il libro per vedere come stava procedendo la situazione, una cosa abbastanza rara, ultimamente. Però…

Però, come spesso ripeto, Koontz è un po’ il King dei lettori facili. Deduzioni forzate, conseguenze immediate, soluzioni imposte. Talvolta il protagonista arriva a capire una cosa che viene data per certa solo perché lui ha deciso che sia così. E, per intenderci, questa non rimane una posizione in dubbio, ma è una vera e propria scorciatoia letteraria che anche il lettore deve accettare. Perché lo sentiva nel suo cuore. Insomma, un po’ come nei romanzi sentimentali delle casalinghe frustrate. Questa è proprio una caratteristica dello stile di questo autore che non riesco a mandare giù, perché implica una sottostima intellettuale del lettore. Probabilmente sarà anche corretto per molti lettori, ma non per me.

Detto questo, salverei comunque questo romanzo perché la trama è davvero buona. Avrei voluto leggerlo scritto da King, sarebbe stato di un altro livello. Il continuo richiamo a King è voluto non solo dall’accostamento – sbagliato – che viene spesso fatto tra questi due autori, ma anche perché (e qui dico poco per non spoilerare) Sopravvissuto potrebbe essere uno spinn-off proprio de L’istituto scritto dal Re.

Libri che ho letto di Dean Koontz:
In un incubo di follia (1973)
In fondo alla notte (1979)
Il tunnel dell’orrore (1980)
La casa del tuono (1982)
Phantoms! (1983)
Incubi (1985)
Lampi (1988)
Cuore Nero (1992)
Sopravvissuto (1997)
L’ultima porta del cielo (2001)
Il luogo delle ombre (2003)
Velocity (2005)
Nel labirinto delle ombre (2009)