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“La torre nera” di Nikolaj Arcel

Non ci siamo, neanche per il ka-zzo (questa è per chi ha letto i libri).
C’è talmente tanto di negativo da dire su questo filmaccio che non so da che parte iniziare, e nemmeno se ho voglia di sprecare del tempo a dire tutto.

Premessa: io sono “l’ammiratore numero uno” (cit.) della serie letteraria della Torre Nera. Io ho iniziato a leggere la saga nell’ormai lontano ’97, all’uscita del 4° volume La sfera del buio (il 1°, L’ultimo cavaliere, risale al 1982). Io ho atteso il 2003 per il 5°, I lupi del Calla, come se fosse la venuta del messia, e ho provato gioia infinita quando nel giro di un paio d’anni sono usciti anche il 6°, La canzone di Susannah, e il 7°, La torre nera, scongiurando il rischio di dover attendere vent’anni per vedere la saga terminata. Io ricordo Roland di Gilead, figlio di Steven, canticchiare Hey Jude nel deserto, inseguendo Walter in mezzo al nulla, e disposto a sacrificare tutto, anche la vita dei suoi compagni di viaggio, come Jake, per riuscire a raggiungerlo.
La mia valutazione è quindi forzatamente legata all’opera originale, non posso ragionare come se avessi gli occhi vergini, come se fosse un film qualunque (cosa che poi purtroppo è).

Giuro, lo capisco che la complessità estrema della storia fosse irrapresentabile nel suo insieme, ma questo film non è La torre nera. E’ talmente distante dall’opera letteraria che lo si potrebbe vedere, prima di leggere i libri, senza rovinarsi alcunchè. E’ un film che non soddisfa i fan e che, se porterà nuovi lettori, li porterà convinti di trovare altro.

Siamo nell’inferno del politically correct. E no, non mi riferisco al colore della pelle del protagonista (Roland è dichiaratamente ispirato al Clint Eastwood della Trilogia del dollaro, ma tant’è), perchè questa dissonanza sarebbe il meno, se poi i personaggi fossero ben sviluppati. Manca tutta la mitologia del pistolero, manca la freddezza d’animo che gli impone il suo destino a scapito della vita di QUALSIASI altra persona. Ma poi, cosa parlo a fare? Il protagonista del film non è certo Roland, ma Jake. E ho detto tutto.

Se la parola d’ordine, al giorno d’oggi, è semplificare, così che i decerebrati e le masse possano fare cassetto, allora questa produzione ha fatto centro. Mi spiace solo constatare che sia lo stesso Stephen King ad avere avallato il progetto, dimostrando ancora una volta che il suo ruolo è quello dello scrittore, perchè quando passa alla collaborazione con il grande schermo la delusione è una costante. Ma Ron Howard che fine ha fatto? Come si è potuti arrivare a Nikolaj Arcel?

Dov’è il Male? Ma Perchè? Perchè?
Una riduzione ad un piattume unico, un teen fantasy con poche idee e personaggi stereotipati, che nulla ha a che vedere con la vera storia di Roland di Gilead. Similitudini nei nomi e qualche collegamento stiracchiato, nulla di più. Attori inutili e un Matthew McConaughey decisamente sprecato.

Questo film è da dedicare a chi è convinto che It sia solo un pagliaccio assassino.

“Interstellar” di Christopher Nolan

Parliamoci subito chiaro io e te, così evitiamo inutili giri di parole. Siamo sull’Olimpo cazzo. Siamo in compagnia di Blade Runner, Alien e si, si, si, anche di 2001 Odissea nello spazio. Questo E’ il grande cinema di fantascienza. Finalmente E’ Cinema in questi periodi di sconfortante magra, soprattutto in questo genere.
Ok, ok, sono un estimatore di Nolan fin da Memento, ma Interstellar è oggettivamente un capolavoro.

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Per capirci è uno di quei film che non tutti comprendono, come sempre l’artista Nolan ti costringe a rimanere concentrato (eh si, tu stronzo che guardi i cinepanettoni, continua a seguire De Sica perchè sei troppo scemo per spingerti oltre) per quasi tre ore in cinque dimensioni diverse, oltre alle tre dello Spazio quella del Tempo e della Gravità. Ma l’opera d’arte è talmente perfetta che anche quell’80% di pubblico che alla fine non ha capito un cazzo, a causa dei bassi standard intellettuali a cui è abituato, prende per atto di fede il fatto che il film sia un capolavoro. Questo è il vero Cinema, non mi stanco di ripeterlo, ti prende e ti rapisce come una religione di cui non comprendi tutti i misteri (con la differenza che il Cinema è reale).

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Io, per chiarezza, ho capito tutto. Ma io sono di un livello superiore, lo sappiamo, dai.

Tralasciando un attimo il film, perchè non saprei da che parte cominciare a elogiarlo, vogliamo parlare della metamorfosi di McConaughey? Diciamo le cose come stanno, è sempre stato un attore da filmetti di quarta segata per arrapate sbrodolanti.. fino alla mutazione. Io credo sia avvenuta in Dallas Buyers Club, ma ammetto di non avere ancora visto Mud. I film precedenti possono essere divertenti, e lo sai che io sono onnivoro e guardo tutto, ma sono sicuramente a confronto degli ultimi ehm.. dei film di merda? Che sia un X-Men?! Nascondeva i suoi poteri per un bene superiore?

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La profondità psicologica dei personaggi, unita alla trama  fantascientifica ma futuribile, ti porta direttamente all’interno della narrazione. Sei in quella dannata navicella, sei tra le onde del pianeta, sei dove sono loro, sempre. E urli: io voglio entrare in quel wormhole! Per poi urlare ancora: io voglio tornare a casa!

Non so se tu conosca la canzone 39 dei Queen, ma io l’ho pensata. Questo è un inutile inciso, ma tanto scrivo per me, non certo per te.

Il vero Cinema ti costringe a pensare, non solo mentre ne fruisci, ma anche dopo. E’ una elevazione. Quel pessimo mondo in cui tutto è diventato secondario, salvo l’esigenza di riuscire a nutrirsi e di salvare la specie in qualche modo, è di gran lunga migliore del nostro. Io spero che un giorno accada qualcosa di simile nella realtà, perchè è l’unico modo in cui l’uomo potrà salvarsi dalla totale inutilità di cui si è circondato. Si deve ripartire per rinascere. Questo, almeno, è quello che penso io.

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E tu? Sei pronto per il viaggio interstellare?