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“Volere troppo e ottenerlo” di Chris Voss

Le nuove regole della negoziazione.

Avevo sentito parlare di Volere troppo e ottenerlo tramite diversi canali, durante i miei studi sulla crescita personale, e ho quindi deciso di leggerlo, anche per alleggerire i contenuti prettamente finanziari e “diversificare” gli investimenti culturali. Chriss Voss, ex negoziatore capo dell’FBI, scrive questo saggio a quattro mani aiutato dal giornalista Tahl Raz (in pratica, come spesso accade, il primo ha i contenuti e il secondo le abilità letterarie necessarie per divulgarli). Moltissime ristampe per un’opera del 2017, quindi grande successo.

Le regole della negoziazione descritte da Voss differiscono da quelle che erano utilizzate in passato. In pratica una volta si seguiva uno schema predefinito e abbastanza rigido; Voss, invece, propone strategie più fluide e adattabili che, per sua stessa ammissione, derivano da anni di studi empirici sul campo, più che da testi letterari. Poco importa se tu debba liberare un ostaggio o dibattere su questioni domestiche con tua moglie (probabile motivo delle molte vendite del libro, peraltro), le regole della negoziazione rimangono più o meno le stesse.

Regole psicologiche ma anche regole comportamentali, c’è un po’ di tutto. Si parla sia del tono della voce – Voss cita spesso il tono da “dj di mezzanotte” – che del tipo di domande da porre alla controparte e delle modalità per farlo. Ogni capitolo presenta una sorta di esempio pratico di “negoziazione vissuta” unito alle regole applicate e alle relative strategie.

Un saggio utile? Non lo so, mia moglie, più o meno, utilizza già tutte le tecniche elencate, quindi o l’ha letto prima di me o, come temo, è stata prodotta già con il software aggiornato all’ultima edizione sul tema. Ti saprò dire meglio quando (e se) andrò a trattare per l’acquisto di una nuova auto (sì, c’è un capitolo anche su questo) e potrò confrontarmi con un essere umano normale. Nel complesso, direi che la lettura è stata a tratti un pochino noiosa, anche se gli argomenti sono molto interessanti e trattati in modo approfondito. Forse 300 pagine sono troppe, però, in rapporto alle informazioni offerte. C’è da dire che mi ha fatto venire voglia di studiare più a fondo l’argomento, può essere che ti parlerò di altri saggi simili.
I consigli a riguardo, come sempre, sono ben accetti…

Libri che ho letto per accrescere le competenze finanziarie e/o personali:
Come trattare gli altri e farseli amici di Dale Carnegie (1936)
Padre ricco padre povero di Robert T. Kiyosaki (1997)
Giocati dal caso di Nassim Nicholas Taleb (2001)
Pensieri lenti e veloci di Daniel Kahneman (2011)
Capire l’economia for dummies di Roberto Fini (2014)
Il metodo Warren Buffett di Robert G. Hagstrom (1994 aggiornato 2014)
Soldi. Domina il gioco di Anthony Robbins (2015)
Il piccolo libro dell’investimento di John C. Bogle (2017)
Volere troppo e ottenerlo di Chris Voss (2017)
Diventare milionario con uno stipendio normale di Andrew Hallam (2018)
Investire for dummies di Massimo Intropido (2020)
La psicologia dei soldi di Morgan Housel (2020)
L’economista sul tapis roulant di Luciano Canova (2023)
Investire senza trappole di Costantino Forgione (2023)
Sei già ricco ma non lo sai di Riccardo Spada (2024)

“Soldi. Domina il gioco” di Anthony Robbins

Su Soldi, Domina il gioco le aspettative erano molto alte. Altissime, direi. Questo perché è un libro che si trova citato un po’ ovunque dai divulgatori della finanza personale. Si presentava, quindi, come una sorta di testo rivelatore, una di quelle cose che leggi e che ti cambiano la vita. Spoiler alert: non me l’ha cambiata. Ma andiamo per punti.

L’autore, da noi, potrebbe risultare abbastanza sconosciuto, perlomeno ai non addetti ai lavori. Anthony “Tony” Robbins è un life coach, saggista, formatore e motivatore americano. Potresti aver visto quest’uomo da 600 milioni di dollari (sì, è il suo patrimonio stimato) nell’ascensore insieme a Jack Balck in Amore a prima svista, dove interpretava sé stesso. Hai presente? Quel film sul modernissimo tema del “grasso è bello” (e non “grasso è la prima causa di morte insieme al cancro”). Ecco, era lui. Ritenuto un guru, soprattutto dagli americani che sono un po’ faciloni, Robbins riempie da anni le sale congressi e possiede diverse aziende (molte delle quali filantropiche, c’è da dirlo) che, tra un pasto regalato e l’altro, mirano ad aiutarti a cambiare la tua vita con la forza del tuo pensiero positivo e una buona organizzazione.

Le 600 lunghe, e un po’ prolisse, pagine di Soldi, Domina il gioco contengono un ottimo riassunto delle regole base della finanza personale (risparmia, investi, ecc.), diverse interviste ai giganti della finanza mondiale (Warren Buffett, Ray Dalio, David Swensen, Charles Schwab e molti altri) e qualche segretissima rivelazione, come la composizione dell’All Weather Portfolio.

Mi senti scettico, vero? Sì, ci sto provando a non esserlo perché, in fondo, questo non è un cattivo libro. Solo che dovrebbe essere il primo che tu leggi sulla finanza personale. Quando ne hai già letti un po’, invece, non presenta tutte queste novità. Il tono di Robbins, tanto efficace sugli americani, tende a irritarmi parecchio. Lasciamo da parte l’autocelebrazione che, volendo, ci sta. In fondo è vero che Robbins dona milioni di dollari ai bisognosi e questo gli fa molto onore: potrà anche vantarsene e io non gliene faccio una colpa (alla fine, l’altruismo è solo un narcisismo utile alla società tutta, quindi nulla da dire, farei così anche io, se fossi in lui). Quello che proprio non reggo è lo stile espositivo da imbonitore televisivo. Hai presente? “Ora ti dirò quella cosa così importante che ti cambierà la vita e quando la saprai vedrai tutto con occhi diversi. Finito il capitolo avrai la risposta alla domanda e nel prossimo saprò anche dirti cosa fare per tutto il resto. Quando hanno detto a me questa cosa non stavo più nella pelle per la voglia di dirla a tutti gli altri e ora tu sarai il primo a conoscere questo segreto. Sei pronto? Perché io sono pronto a cambiarti la vita…” CAZZO, NON GIRARCI INTORNO, DILLA ‘STA COSA! Eh no, perché se poi la dici subito finisce che il libro anziché avere 600 pagine ne ha 300.

Detto questo, le informazioni che offre sulla finanza personale, come dicevo, sono valide e corrette, anche se un po’ “americane”. È interessante anche la parte dedicata alle interviste dei big. Già, perché Robbins in America è davvero uno che si può fare aprire tutte le porte. Tutti vogliono parlare con Robbins, tutti lo ascoltano. È stato il coach di tre Presidenti USA, non una cosa comune.
Effettivamente ha una capacità espositiva notevole, anche nello spiegare i concetti un po’ più complessi, su questo non si discute.

Insomma, te lo consiglio? Sì, se sei ai primi libri sull’argomento o se cerchi una lettura di ripasso. Tieni però ben presente che ci troverai tanti “grazie al cazzo”, cioè quei consigli per risparmiare (tipo: non comprare auto di lusso se vuoi risparmiare di più) che, senza mezzi termini, vanno bene per gli idioti che non riescono a gestire le proprie finanze perché vivono fingendo di avere più di quanto possano permettersi (apparenza da social, per capirci). Ma gli idioti sono tanti, anzi, sono la maggioranza, quindi non si può certo accusare Robbins per questo…

Libri che ho letto per accrescere le competenze finanziarie e/o personali:
Come trattare gli altri e farseli amici di Dale Carnegie (1936)
Padre ricco padre povero di Robert T. Kiyosaki (1997)
Giocati dal caso di Nassim Nicholas Taleb (2001)
Capire l’economia for dummies di Roberto Fini (2014)
Il metodo Warren Buffett di Robert G. Hagstrom (1994 aggiornato 2014)
Soldi. Domina il gioco di Anthony Robbins (2015)
Il piccolo libro dell’investimento di John C. Bogle (2017)
Diventare milionario con uno stipendio normale di Andrew Hallam (2018)
Investire for dummies di Massimo Intropido (2020)
La psicologia dei soldi di Morgan Housel (2020)
L’economista sul tapis roulant di Luciano Canova (2023)
Sei già ricco ma non lo sai di Riccardo Spada (2024)

“Come trattare gli altri e farseli amici” di Dale Carnegie

Questo è forse il primo libro che leggo, relativamente al mio percorso di crescita delle competenze finanziarie e personali, non strettamente legato all’economia. Non mi sarei mai avvicinato a un titolo come Come trattare gli altri e farseli amici se non l’avessi trovato consigliato un po’ ovunque, nei blog e, appunto, nei libri letti precedentemente (oltre che da vari youtuber). In realtà, sebbene il titolo sia molto ammiccante allo stile di comunicazione dei moderni guru che vendono corsi sul successo assicurato, Dale Carnegie l’ha scritto nel 1936, quindi agli albori della vendita dei corsi dedicati alle strategie di successo.

Ho scoperto ora da Wikipedia che, con oltre 30 milioni di copie vendute, questo manuale è in realtà uno dei libri più venduti di sempre, con lettori e ammiratori del calibro di Warren Buffett e Charles Manson (si presume con scopi diversi). Quindi sì, probabilmente partivo un po’ prevenuto.

Carnegie spiega in circa una decina di pagine di teoria – e 240 di esempi – quali sono le tecniche per “piegare” gli altri alle proprie ragioni e porsi in un punto di forza in ogni discussione (apparendo tuttavia mansueti). Io non ho trovato grosse novità o trucchi segreti nei consigli dell’autore (ma forse 90 anni fa la situazione era diversa), tuttavia non si può dire non siano interessanti e/o efficaci.
Lasciare parlare il prossimo, sorridere sempre, dare più importanza all’interlocutore che a sé stessi, puntare sulla reputazione di chi non fa abbastanza per motivarlo, lodare i pregi prima di fare notare i difetti, impartire gli ordini come se fossero consigli… questi sono solo alcuni dei punti che Carnegie sviluppa. Nulla di nuovo, appunto, il difficile è, effettivamente, seguire queste linee guida con il sangue alla testa e la vena dell’occhio che sta per esplodere (situazione mediamente standard di quando discuti con qualcuno).

Carnegie ha riempito le sale conferenze ai suoi tempi, quindi sapeva il fatto suo. Chiaramente, ad oggi, il testo risulta un po’ fuoritempo (più che altro perché molte di queste tecniche le conosciamo già e quindi le disinneschiamo anche) ma potrebbe comunque risultare molto utile per le menti più semplici. Oggettivamente, a riuscire a mettere in pratica tutto senza farsi venire un ictus per il nervoso, si hanno di certo maggiori possibilità di portare a casa il risultato.

Te lo consiglio? Sì, anche se è davvero prolisso nella quantità di esempi, come dicevo, siamo davvero attorno al 10% di testo informativo e 90% di casi riportati (veri e/o inventati). Questo è stato ciò che me lo ha fatto digerire poco…

Libri che ho letto per accrescere le competenze finanziarie e/o personali:
Come trattare gli altri e farseli amici di Dale Carnegie (1936)
Padre ricco padre povero di Robert T. Kiyosaki (1997)
Giocati dal caso di Nassim Nicholas Taleb (2001)
Capire l’economia for dummies di Roberto Fini (2014)
Il metodo Warren Buffett di Robert G. Hagstrom (1994 aggiornato 2014)
Il piccolo libro dell’investimento di John C. Bogle (2017)
Diventare milionario con uno stipendio normale di Andrew Hallam (2018)
Investire for dummies di Massimo Intropido (2020)
La psicologia dei soldi di Morgan Housel (2020)
L’economista sul tapis roulant di Luciano Canova (2023)
Sei già ricco ma non lo sai di Riccardo Spada (2024)

“Giocati dal caso” di Nassim Nicholas Taleb

Nassim Nicholas Taleb è considerato da chi si occupa di finanza – o comunque di un qualsiasi tipo di crescita anche solo personale – una lettura imprescindibile. Il suo libro più noto e riconosciuto è Il cigno nero, scritto proprio dopo Giocati dal caso. Non a “caso” (perdona il gioco di parole) il sottotitolo del libro di cui ti sto per parlare è: “Il ruolo della fortuna nella finanza e nella vita”.

Taleb, molto semplicemente, spiega come il caso (o la fortuna, appunto, per gli astrologi) domini interamente la nostra vita. Si tratta della classica situazione in cui si può dire che tutto cambi solo per essersi trovati nel posto giusto al momento giusto, o viceversa. Con una serie di esempi, Taleb scardina il concetto di “merito”, cioè dei risultati ottenuti per qualche specifica capacità, e introduce l’idea che uno stolto, se “fortunato”, possa raggiungere il successo più di una persona “preparata”.

Taleb è un matematico e uno statistico di fama mondiale, ma è anche un trader esperto. L’unica vera qualità che Taleb ritiene importante è quella di essere consapevoli della casualità. Non a caso (ci risiamo) lui lavora attendendo i cigni neri, cioè quegli eventi imprevedibili e rari che possono cambiare le sorti di un investimento. È quindi il “so di non poter prevedere” (storpiando Socrate) la legge più importante da seguire, l’unica vera costante.

Giocati dal caso è un libro abbastanza semplice (ma non troppo) che non si spinge nei meandri della finanza ma tratta l’argomento della casualità a 360°, d’altra parte il caso influenza la vita in ogni suo momento.
Sicuramente procederò anche con Il cigno nero, dammi tempo.

Libri che ho letto per accrescere le competenze finanziarie e/o personali:
Padre ricco padre povero di Robert T. Kiyosaki (1997)
Giocati dal caso di Nassim Nicholas Taleb (2001)
Capire l’economia for dummies di Roberto Fini (2014)
Il metodo Warren Buffett di Robert G. Hagstrom (1994 aggiornato 2014)
Il piccolo libro dell’investimento di John C. Bogle (2017)
Diventare milionario con uno stipendio normale di Andrew Hallam (2018)
Investire for dummies di Massimo Intropido (2020)
La psicologia dei soldi di Morgan Housel (2020)
L’economista sul tapis roulant di Luciano Canova (2023)

“Padre Ricco Padre Povero” di Robert T. Kiyosaki

Eh, da dove iniziare…
Ho ripreso a studiare, sto pensando di investire qualche monetina (di questo si parla, come quantità) in azioni e quindi le mie serate “da sballo” trascorrono tra i libri di economia e di finanza. Niente di troppo tecnico o problematico, solo il necessario per colmare qualche lacuna. Tra le altre cose ho letto parecchi blog, ascoltato podcast, visto vari youtuber… insomma, le solite cose che si fanno oggi quando si inizia ad informarsi su un argomento.
C’è, però, un solo testo che tutti consigliano (ne consigliano molti, ma su uno solo sono tutti d’accordo), ritenuto la Bibbia del cambio di mentalità, l’inizio di qualsiasi percorso economico, il primo gradino di una scala di banconote che porta verso il deposito di Zio Paperone (ok, forse sto esagerando, ma il concetto credo sia chiaro) e questo testo è Padre Ricco Padre Povero di Robert T. Kiyosaki.
Ecco, l’ho letto.

L’autore racconta di essere stato cresciuto da due “padri” (uno naturale – l’altro padre di un suo amico). Il primo, “povero”, istruito secondo il canonico sistema scolastico e votato all’idea della carriera lavorativa da dipendente come sinonimo di sicurezza economica; il secondo, “ricco”, poco fiducioso nell’istruzione canonica, dotato di forte spirito imprenditoriale e sicuro che la scuola non prepari in alcun modo a saper gestire il denaro. Da queste due “fonti” arrivano diversi consigli, sempre in contrasto tra loro. Kiyosaki sceglie di seguire i consigli del padre ricco e diventa milionario, tanto che a 46 anni va in pensione, occupandosi solo di fare congressi per spiegare alle persone come si fa a “pensare da ricchi”.

Sì, lo so, detta così ricorda uno di quei libri dove in copertina c’è un tizio che si sventaglia con dei dollari e che ha un titolo come “I dieci trucchi che ti faranno diventare miliardario”. Eppure penso che Padre Ricco Padre Povero sia comunque un buon punto di partenza. Magari non per me – non del tutto, almeno – ma per molti (moltissimi) potrebbe esserlo.

A chi mi riferisco? A chi ha una mente per nulla puntata verso l’imprenditorialità. A chi spende quanto guadagna (è sufficiente guardarsi intorno, non sono pochi). A chi dopo un mese di pandemia – un esempio a caso – si trova in crisi perché la proprio attività è rimasta senza denaro. A chi fa seguire a un aumento di stipendio un modello nuovo di auto/cellulare/orologio. A chi, insomma, spende il denaro in cose/oggetti/esperienze passive (cioè, per semplificare, in cose che aumentano le uscite) e non lo reinveste con l’obiettivo di aumentare i propri ingressi.

Kiyosaki esprime un concetto abbastanza semplice: il povero e l’appartenente alla classe media comprano l’oggetto di lusso prima di avere i soldi per poterlo acquistare, in una costante gara con il vicino di casa; il ricco compra quando ha già il denaro in tasca.
È vero.
Per come la vedo io, sono poche le cose che hanno una giustificazione per essere rateizzate – probabilmente solo la casa e l’automobile – eppure viviamo in una società di persone “poco oculate” che comprano il telefono a rate o, peggio, vanno in vacanza pagando a rate. Questa è totale incapacità di amministrazione del denaro senza se e senza ma (se il denaro puoi accumularlo dopo, allora puoi accumularlo anche prima, e senza pagare interessi).

La mia lancetta è già puntata in uno stile di pensiero molto simile a quello di Kiyosaki, quindi il benificio tratto dalla lettura è stato ridotto. Mi rendo tuttavia conto di essere una mosca bianca, per cui mi sento di consigliare comunque la lettura a chi ha una visione diversa dalla mia, perché potrebbe essere utile.

E non preoccuparti, sto leggendo anche Ghost di Matheson, tra poco torniamo a parlare di narrativa…