La voce degli uomini freddi di Mauro Corona (Mondadori)

“La voce degli uomini freddi” di Mauro Corona

La voce degli uomini freddi è il diciannovesimo libro di Mauro Corona che leggo. Non ho letto tutto quello che ha scritto ma posso dire, ormai, di avere una certa conoscenza dell’autore e dei temi che gli sono cari.

Questo romanzo parla di un popolo laborioso e silente che vive tra le montagne, dove nevica sempre, anche d’estate. Dieci secoli di storia, tante tragedie e quasi nessuna gioia: questa è la vita degli uomini freddi. Vittime di valanghe e esondazioni, incompresi dal mondo moderno e osteggiati dal progresso delle città, gli uomini freddi cercano di sopravvivere portando avanti valori e usanze di un tempo antico, che poco ha a che fare con la frenesia odierna.

Raccontato in gran parte con uno stile fiabesco, La voce degli uomini freddi è praticamente privo di dialoghi. Corona narra le gesta di un popolo senza fermarsi troppo sui singoli elementi. C’è qualche storia relativa a personaggi caratteristici, ma non si spinge mai, per capirci, a dare un nome ai soggetti di cui parla. Uno stile che mi ha ricordato molto La fine del mondo storto, uno stile che si presta molto bene a un racconto e meno bene a un romanzo.

Le intenzioni sono buone, i messaggi ottimi, il metodo lascia a desiderare. Corona mi trova d’accordo su buona parte di quello che comunica, il problema è che la modalità di comunicazione inizia un po’ a sembrare quella di un vecchio che dice: «Cosa ne sapete voi dei sacrifici!»
Il boomerismo, insomma, è dietro l’angolo.
Anche la metafora – per nulla velata – con la tragedia del Vajont non può che trovarmi concorde: l’accusa ai potenti e ai giochi di interesse economico riproduce ciò che realmente è avvenuto nel 1963 e non c’è nulla da obiettare. Si poteva essere più sottili? Sì, ma forse è anche vero che tante persone, per comprendere, hanno bisogno che vengano loro spiattellate davanti le cose senza troppi giri di parole… non lo so, magari anche Corona potrebbe avere le sue ragioni nello scegliere questo stile di comunicazione con i suoi lettori.

Ho finito i libri di Corona che avevo sulla mensola, in definitiva non penso che ne arriveranno altri. Credo che questo autore mi abbia detto tutto quello che poteva dirmi o, forse, tutto quello che ero disposto a sentirmi ripetere.

Libri che ho letto di Mauro Corona:
Il volo della martora (1997)
Le voci del bosco (1998)
Nel legno e nella pietra (2003)
Aspro e dolce (2004)
L’ombra del bastone (2005)
Storie del bosco antico (2005)
I fantasmi di pietra (2006)
Vajont: quelli del dopo (2006)
Cani, camosci, cuculi (e un corvo) (2007)
Storia di Neve (2008)
Il canto delle manére (2009)
La fine del mondo storto (2010)
Come sasso nella corrente (2011)
La casa dei sette ponti (2012)
Venti racconti allegri e uno triste (2012)
La voce degli uomini freddi (2013)
Confessioni ultime (2013)
Quasi niente con Luigi Maieron (2017)
L’ultimo sorso – Vita di Celio (2020)

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