The woman in black (La donna in nero) di Susan Hill - Polillo Editore

The woman in black (La donna in nero) di Susan Hill

The woman in black (La donna in nero) è un romanzo gotico del 1983 scritto da Susan Hill. Dal libro sono stati tratti due adattamenti cinematografici con lo stesso titolo, uno del 1989 di Robert Wise e l’altro del 2012 di James Watkins, con Daniel Radcliffe (che ho visto e che non ricordo).
Il gotico è un genere che ho frequentato ben prima di iniziare a scrivere questo blog, leggendo i classici come Dracula, Frankenstein, Il monaco e Il castello di Otranto. Dovrei rivederli, perché sono passati talmente tanti anni che è come se non li avessi letti. Talvolta dubito seriamente di averlo fatto, ma ricordo di avere avuto un enorme Mammut (scomparso, forse rapito) della Newton e Compton che si intitolava I grandi romanzi gotici e che li conteneva tutti e, allo stesso modo, ho impressa l’immagine di un segnalibro che piano piano conquistava l’interminabile tomo.
Qui sul blog, di gotico, troverai solo Melmoth l’errante di Charles Robert Maturin e, decisamente più recente, La regina rossa di Sara di Furia.

La storia è molto semplice ed è raccontata al passato dal protagonista, a dodici anni di distanza. Sarò sintetico.
L’avvocato londinese Arthur Kipps si reca in uno sperduto paesino per gestire l’eredità di un’anziana cliente venuta a mancare. A Crythin Gifford, tale è il nome del paese, incontra l’omertà degli abitanti che non vogliono in alcun modo parlare della tenuta dell’anziana e si tengono anche ben distanti da tutto ciò che la riguardi. L’enorme casa è costruita tra le paludi (e le immancabili nebbie) e raggiungibile solo in certi orari del giorno a causa delle maree che allagano l’unica via di collegamento. Arthur, durante i suoi sopralluoghi, comincia a sentire strane urla e suoni e si imbatte più volte, guarda caso, nel fantasma della donna in nero. Mi fermo.

Ho letto il libro in un paio di giorni e devo dire che mi è piaciuto. Temevo di impantanarmi (restando in tema con le paludi) in lunghe e noiose descrizioni (ho questa idea sul genere gotico, ma non ricordo se derivi dall’esperienza o se sia un preconcetto), ma non è successo. Anzi, The woman in black è il classico romanzo che ti fa sfruttare ogni minuto utile per proseguire nella lettura (mi è capitato di leggerlo anche in accappatoio appena uscito dalla doccia, per capirci). È breve, si tratta di meno di duecento pagine, e quindi più leggero dei suoi cugini d’altri tempi, ma io se fossi in te ci butterei un occhio.

Adesso dovrò recuperare quel dannato Mammut (dico, sarà mica facile nascondersi per un mammut) e ho già in testa di rivedere il film con Radcliffe, anche se non mi pare mi avesse colpito particolarmente. Vedremo.

3 pensieri riguardo “The woman in black (La donna in nero) di Susan Hill”

  1. Adoro i Mammuth: danno una soddisfazione enorme quando vedi il segnalibro che piano piano attraversa le pagine! Ho letto solo quello de Le mille e una notte, e ho in libreria quello con tutta l’opera su Sherlock Holmes in attesa.

    Anche io ho visto il film con Daniel Radcliff, ma non mi ricordo praticamente niente; si vede che era davvero un film memorabile! Comunque non sapevo che fosse tratto da un libro, a me il genere gotico piace molto, potrei cercarlo.

    Piace a 1 persona

    1. Proprio oggi, a pranzo, ho iniziato mezz’ora del film (giusto perché guardare i politici in TV mi avrebbe terrorizzato DAVVERO). Posso già dirti che con il libro ha poco a che fare, stasera lo finirò, ma perché sono uno che fatica a lasciare i film a metà. Non ne vale la pena, si è già capito.

      Il Mammut di Sherlock l’ho già letto, capolavoro! Adesso ho lì quello di Lovecraft che è composto da 2000 pagine ed è scritto mooolto più piccolo. Ne avrei preferite 3000 con un carattere meno lillipuziano… È davvero difficile da affrontare, dovrò diluirlo nel tempo.

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