Come ormai saprai, non leggo spesso gialli (salvo tu non voglia considerare Ellroy un giallista ma, insomma, non mi pare il caso). Forse l’autore più affine a questo genere del quale posso dire di aver letto parecchio è Malvaldi, con il suo BarLume. Se escludiamo i Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, l’ultimo “vero” giallo del quale ricordo di averti parlato qui è Il bosco di Mila, della mia concittadina Irma Cantoni (che aveva vinto il premio “Fai viaggiare la tua storia”).
Ecco, anche Chi ha ucciso il Pret de Ratanà è legato a un premio. Il premio è ovviamente il “Premio Letterario RTL 102.5 Mursia Romanzo Italiano” e Franco Busato, l’autore, era uno dei tre finalisti, nel 2019, insieme a Patrizia Fortunati, con Puzza di morto a Villa Vistamare (la mia prossima lettura), e al sottoscritto, con L’amico giusto.
Purtroppo (per te) ora ti pippi una mia breve divagazione (quasi sventramitica, ma questa è difficile da capire) sui premi non “di genere”. I premi di questo tipo accostano tra loro romanzi molto dissimili. Quindi: gialli, horror, fantasy, thriller, sentimentali, di formazione, ecc. (o vuoi che vada avanti?). Ciò che giunge alla selezione finale rappresenta il meglio dei vari generi che hanno partecipato. Fatta la “scrematura”, a mio parere, entra in gioco una certa dose di fortuna. Chi valuta gli ultimi titoli, per stabilire il vincitore, sarà per forza influenzato (soprattutto in caso di giuria popolare) dai gusti personali e dalle preferenze “di genere”, appunto. Pensarla diversamente è lecito (sai che sono aperto alle tue errate opinioni), ma sarebbe un po’ come affermare che si possa effettivamente stabilire cosa sia meglio tra Stairway to Heaven e Vesti la giubba, tra una lasagna e un profitterol. Tra un giallo, un romanzo umoristico e uno di formazione. Semplicemente, non si può.
Chi ha ucciso il Pret de Ratanà è, per farla breve, l’unico giallo giunto in finale, e quindi il vincitore “di categoria”.
Fine divagazione.
Raccontare la trama di questo romanzo senza svelare nulla è praticamente impossibile, poiché l’intrigo e il mistero sono gli elementi fondamentali che spingono alla lettura. Sarò quindi ermetico (come un Tupperware) e cercherò di non rivelarti troppo.
Milano. Un runner viene ucciso in una chiesa. Un neonato scompare dal passeggino mentre la madre riposa su una panchina. Un cadavere mummificato viene ritrovato in un forno. Questi tre eventi sono in qualche modo collegati? Ad indagare, ufficialmente, ci pensa la commissaria Delia De Santis e, meno ufficialmente, il suo compagno Solo Molina, eccentrico e stravagante ex-truffatore dalla mente geniale.
Chi ha ucciso il Pret de Ratanà non è il primo romanzo di Busato che ha come protagonista Solo Molina, è stato infatti preceduto da altre due indagini svolte dallo stesso personaggio: Delitto a Villa Arconati e Bolfolk killer (dovrò recuperarli al più presto). Ciò non mi ha però procurato alcun problema di lettura, la trama è godibile anche senza conoscere il “passato” di Molina, che viene solo vagamente accennato in alcuni passi.
L’intreccio è parecchio articolato, anche se non me ne sono accorto fino a quando non ho provato a ricostruirlo. La complessità della storia è infatti ben nascosta dall’abilità narrativa dell’autore (non si perde mai il filo, nonostante i continui colpi di scena).
Come direbbe Solo Molina che, tra le altre sue strane particolarità, raggruppa spesso aggettivi in gruppi di tre, questo è un giallo interessante, avvincente, coinvolgente. Se ami il genere non resterai deluso.
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