“Border – Creature di confine” di Ali Abbasi

Che per vedere qualcosa di originale e nuovo ci si debba spingere verso una cinematografia meno “occidentale” (passami il termine, anche se so abbastanza bene dove sia la Svezia) è ormai un dato di fatto (Ali Abbasi, alla regia, è peraltro di origine iraniano-svedese). Border – Creature di confine si piazza senza dubbio tra i migliori film che ho visto quest’anno. Gran parte del merito però credo vada a John Ajvide Lindqvist (il film è tratto da un racconto della sua raccolta Muri di carta), che già con Lasciami entrare aveva dimostrato un modo innovativo di affrontare determinati tipi di “argomenti”.

Ma vado in ordine, la trama.
Tina ha qualcosa che non va, lo si vede subito. È massiccia, ha un naso “particolare” e una conformazione neanderthaliana del viso. Oltre a questo riesce a fiutare letteralmente le emozioni, cosa che torna molto utile nel suo lavoro in dogana. Ha un compagno che non la ama, ma che le fa compagnia, e un padre ormai sul viale del tramonto. È integrata nella società, ma pur sempre ai limiti. In altri termini: è brutta, oltre che strana.
Un giorno, durante un controllo doganale, incontra Vore, un uomo che pare avere le sue stesse caratteristiche. Tina fiuta subito qualcosa. Ma cosa?
Non ti dico altro, dal decimo minuto in poi sarebbe un continuo spoiler. Posso però aggiungere che in parallelo Tina collabora con la polizia per scovare, grazie ai suoi sensi, una rete di pedofili.

Ora, diversamente dal solito, ti elenco i punti di forza e gli argomenti che mi hanno colpito in questo film:

• Il primo risiede proprio nell’impossibilità di raccontarne la trama (non lo fa nemmeno Wikipedia!). La storia è talmente fuori dai canonici punti di svolta a cui sei abituato (o assuefatto?) che ti stupisce ogni poco con qualcosa di nuovo. Dall’incontro tra Tina e Vore in poi è una continua scoperta, che ovviamente non ti rivelo.

• Un modo totalmente diverso di trattare argomenti conosciuti. Come ti dicevo, già in Lasciami entrare (nel romanzo e poi nel bel film di Tomas Alfredson) ciò accadeva con il vampirismo. Lì il vampiro affrontava i veri problemi del vivere nella nostra società. L’umanizzazione del “mostro”, che ha sentimenti, emozioni, contrasti e difficoltà di integrazione.

• L’integrazione, appunto. Qualcuno ci ha visto il tema dei migranti, ma quel qualcuno ormai questo tema lo vedo dappertutto. Io credo sia più un tema legato ai diversi, di qualsiasi tipo, ma diversi davvero. Siamo quasi al problema della convivenza tra Sapiens e Neanderthal (no, non è uno spoiler): più che di una difficoltà di integrazione dovuta a un pregiudizio si parla di una vera e propria differenza oggettiva, genetica.

• La mitologia nordica, scandinava. Una mitologia che non conosco bene ma che mi piacerebbe molto approfondire. Anzi, probabilmente molti riferimenti mi sono sfuggiti, proprio per ignoranza in materia. Dubito che un Norvegese o uno Svedese avrebbe visto Border con i miei stessi occhi.

• Il sesso è un tema sicuramente dominante ma in modo del tutto inedito. Viene scardinato il concetto comune di uomo/donna mischiando le caratteristiche di genere, anche qui con una visione nuova, mai vista prima.

• E poi c’è tutto quello che riguarda il cinema di una cultura diversa dalla nostra. Come già per Alfredson anche Abbasi utilizza i silenzi e tempi lunghi per riflettere, le immagini per svelare e pochi spiegoni.

Avevo ormai perso le speranze, pensavo sarei stato costretto a cercarlo in streaming, ma alla fine son riuscito a beccare questo film in una proiezione lampo di tre giorni fuori dal circuito delle multisale (ormai distributrici automatiche di patatine e Avengers). Te lo consiglio davvero e, se non l’hai ancora visto, cerca anche Lasciami entrare (nella versione svedese, non il remake hollywoodiano).

4 pensieri riguardo ““Border – Creature di confine” di Ali Abbasi”

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