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“Giocati dal caso” di Nassim Nicholas Taleb

Nassim Nicholas Taleb è considerato da chi si occupa di finanza – o comunque di un qualsiasi tipo di crescita anche solo personale – una lettura imprescindibile. Il suo libro più noto e riconosciuto è Il cigno nero, scritto proprio dopo Giocati dal caso. Non a “caso” (perdona il gioco di parole) il sottotitolo del libro di cui ti sto per parlare è: “Il ruolo della fortuna nella finanza e nella vita”.

Taleb, molto semplicemente, spiega come il caso (o la fortuna, appunto, per gli astrologi) domini interamente la nostra vita. Si tratta della classica situazione in cui si può dire che tutto cambi solo per essersi trovati nel posto giusto al momento giusto, o viceversa. Con una serie di esempi, Taleb scardina il concetto di “merito”, cioè dei risultati ottenuti per qualche specifica capacità, e introduce l’idea che uno stolto, se “fortunato”, possa raggiungere il successo più di una persona “preparata”.

Taleb è un matematico e uno statistico di fama mondiale, ma è anche un trader esperto. L’unica vera qualità che Taleb ritiene importante è quella di essere consapevoli della casualità. Non a caso (ci risiamo) lui lavora attendendo i cigni neri, cioè quegli eventi imprevedibili e rari che possono cambiare le sorti di un investimento. È quindi il “so di non poter prevedere” (storpiando Socrate) la legge più importante da seguire, l’unica vera costante.

Giocati dal caso è un libro abbastanza semplice (ma non troppo) che non si spinge nei meandri della finanza ma tratta l’argomento della casualità a 360°, d’altra parte il caso influenza la vita in ogni suo momento.
Sicuramente procederò anche con Il cigno nero, dammi tempo.

Libri che ho letto per accrescere le competenze finanziarie e/o personali:
Padre ricco padre povero di Robert T. Kiyosaki (1997)
Giocati dal caso di Nassim Nicholas Taleb (2001)
Capire l’economia for dummies di Roberto Fini (2014)
Il metodo Warren Buffett di Robert G. Hagstrom (1994 aggiornato 2014)
Il piccolo libro dell’investimento di John C. Bogle (2017)
Diventare milionario con uno stipendio normale di Andrew Hallam (2018)
Investire for dummies di Massimo Intropido (2020)
La psicologia dei soldi di Morgan Housel (2020)
L’economista sul tapis roulant di Luciano Canova (2023)

“La psicologia dei soldi” di Morgan Housel

La psicologia dei soldi di Morgan Housel si posiziona a metà tra libri più motivazionali – vedi Padre ricco padre povero – e opere più pratiche – tipo Diventare milionario con uno stipendio normale. Inizio ad avere una certa difficoltà nel valutare questo tipo di volumi perchè, se è vero che non mi forniscono molte informazioni in più di quelle che già possiedo, è altrettanto vero che sono assolutamente adatti per “motivare”, appunto, il lettore – in questo caso io – nella costante attenzione agli investimenti (specie se il contesto e le frequentazioni non aiutano). In pratica, se da punto di vista dell’erudizione sull’argomento finanziario Housel prende a malapena la sufficienza, si merita invece un dieci e lode per la capacità di indurre il lettore – sempre io – all’ottimismo economico e alla propensione all’investimento, di qualsiai tipo esso sia.

I capitoli sono 20, così come più o meno i macro-consigli che Housel fornisce per affrontare la vita da investitore e, qualche volta, la vita in genere. Non consigli economici quindi, ma consigli utili per riuscire a dormire bene la notte in base alle proprie aspettative. Già, perché poiché ognuno è diverso, non esiste una regola unica o un solo stile per “fare bene”, ma esiste un solo modo per fare stare bene te, in particolare.

Come sempre, viene data grande importanza al tema del risparmio, unico grande alleato (insieme al tempo, ovviamente) per aver successo con l’interesse composto. Housel fa poi tutto un discorso più che condivisibile (perlomeno da me, tanto che potrei averlo scritto io) sull’assurdità della gara a mostrare la propria coda da pavone al vicino di casa. In pratica è un discorso sull’assurdità del consumismo come misura del successo personale.
L’obiettivo di Housel – così come il mio – è sempre quello di ottenere l’indipendenza intesa come possibilità di disporre del proprio tempo (per capirci, lavorare 10 ore al giorno NON È disporre del proprio tempo). Il tempo, che è l’unico indice dagli impagabili dividendi e dovrebbe essere il solo metro di successo della vita, in una società sana composta da individui sani.

Ti consiglio questo libro? Sì, è una di quelle letture da intervallare alle altre più formative, in senso stretto. Spero di trovarne altre, magari prenderò qualcosa di Nassim Taleb, ne ho sentito parlare molto. Suggerimenti benvenuti, as usual.

P.S. C’è un ultimo capitolo, che suona un po’ come una bonus track, nel quale Housel spiega come l’economia americana sia arrivata al punto odierno, e lo fa partendo dalla seconda guerra mondiale. Osservando le cose dall’alto e senza entrare nei particolari, l’autore offre una spiegazione più che convincente ai motivi che hanno generato l’attuale situazione del costante debito in favore del consumismo più sfrenato. È interessante.

Libri che ho letto per accrescere le competenze finanziarie:
Padre ricco padre povero di Robert T. Kiyosaki (1997)
Capire l’economia for dummies di Roberto Fini (2014)
Il metodo Warren Buffett di Robert G. Hagstrom (1994 aggiornato 2014)
Il piccolo libro dell’investimento di John C. Bogle (2017)
Diventare milionario con uno stipendio normale di Andrew Hallam (2018)
Investire for dummies di Massimo Intropido (2020)
La psicologia dei soldi di Morgan Housel (2020)

“Il metodo Warren Buffett” di Robert G. Hagstrom

Come sempre sarò sintetico, per non tediarti troppo con l’argomento finanza che, lo so, non è il motivo per cui segui questo blog.
Il metodo Warren Buffett è, sostanzialmente, una grande e celebrativa biografia del più grande investitore di tutti i tempi, l’oracolo di Omaha, appunto.
Utile per i miei scopi? Nì. Forse più interessante che utile, ecco.
Hagstrom racconta la vita di Buffett – dalle origini fino agli investimenti in Coca Cola e affini – cercando di delineare il profilo psicologico e professionale di un uomo che batte costantemente, e di molto, l’indice Standard & Poor’s. Spiega quali sono le caratteristiche che deve avere un’azienda per risultare interessante agli occhi di Buffett e in cosa consistono i metodi di valutazione per capire se un investimento sarà profittevole o meno. Senza entrare troppo nei dettagli, in realtà, si tratta solo di utilizzare il buon senso applicato all’economia. Nessuna novità quindi e, per quanto Hagstrom sostenga che quello che fa Buffett potrebbe essere fatto anche dall’uomo comune, risulta tutto molto celebrativo, appunto, e poco applicabile, se non dopo un intenso studio di economia. In poche parole: che chiunque possa leggere un bilancio perché, in fin dei conti, è una cosa semplice, a me risulta poco credibile.
Un libro a metà tra il testo motivazionale e il testo economico che però, a mio parere, rimane proprio a metà dall’essere d’aiuto. Da non perdere se si desidera avere qualche informazione in più su Buffett, ma allo stesso modo in cui si può leggere una biografia su Senna (senza per questo illudersi di imparare a correre in Formula Uno).

Libri che ho letto per accrescere le competenze finanziarie:
Padre ricco padre povero di Robert T. Kiyosaki (1997)
Capire l’economia for dummies di Roberto Fini (2014)
Il metodo Warren Buffett di Robert G. Hagstrom (1994 aggiornato 2014)
Il piccolo libro dell’investimento di John C. Bogle (2017)
Diventare milionario con uno stipendio normale di Andrew Hallam (2018)
Investire for dummies di Massimo Intropido (2020)

“Diventare milionario con uno stipendio normale” di Andrew Hallam

Ti dico subito la verità, prima che tu pensi io sia diventato del tutto scemo. Se avessi visto questo libro su uno scaffale non lo avrei comprato, probabilmente non mi sarei neanche fermato a leggerne la quarta di copertina, forse nemmeno online. Già, perché il discutibile titolo “acchiappalike” Diventare milionario con uno stipendio normale ricorda terribilmente quei testi da guru che ti insegnano come avere successo in dieci semplici mosse. Ci manca solo la foto di Gesù che ti chiama in posa da zio Sam e abbiamo chiuso il cerchio.

E invece… invece no. Per questo devo ringraziare Celia del blog Le cose minime che me l’ha consigliato in un commento a un mio post precedente. Ecco: grazie.
Poveri editori, cosa sono costretti a fare per vendere. Il contenuto del testo è mooolto più realistico del titolo e, anzi, rappresenta una delle soluzioni pratiche più chiare che mi sia capitato di leggere fino ad ora, per quanto riguarda gli investimenti. Nello specifico: investimenti in ETF.

Come da accordi, non mi addentrerò in spiegazioni tecniche per non fare morire di noia chi segue questo blog.
Hallam, insegnante dallo stipendio normale, spiega come organizzare un portafoglio di fondi indice in ETF in modo bilanciato, e lo fa con estrema semplicità. Lui, così, è diventato milionario. Nessuna magia però, servono disciplina e diversi anni (e qui c’è tutto il realismo di una lettura solo in apparenza superficiale).

Un buon libro se ti interessano gli ETF e vuoi avere un’idea su come organizzare il tuo portafoglio, ma senza essere costretto a trasformarti in Gordon Gekko. Lettura scorrevole, nessun tecnicismo incomprensibile e linguaggio leggero con esempi tangibili (riferimenti statistici reali). Soluzione ideale per chi non desidera controllare i propri investimenti tutti i giorni.

Il prossimo libro in lista per la finanza credo che sarà Il piccolo libro dell’investimento di John Bogle.

Libri che ho letto per accrescere le competenze finanziarie:
Padre ricco padre povero di Robert T. Kiyosaki (1997)
Capire l’economia for dummies di Roberto Fini (2014)
Diventare milionario con uno stipendio normale di Andrew Hallam (2018)
Investire for dummies di Massimo Intropido (2020)

“Investire for dummies” di Massimo Intropido

Una premessa: d’ora in poi parlerò sul blog anche dei libri che leggerò riguardo a finanza e affini, ma lo farò in modo molto veloce. Non ho intenzione di tediarti con dettagli tecnici o consigli di investimento, vorrei fosse chiaro, non ne avrei nemmeno le capacità. Siccome, però, sto studiando questo settore per motivi personali, terrò una lista qui dei testi letti e un brevissimo riepilogo per quanto riguarda la soddisfazione nell’apprendimento, da neofita totale.

Investire for dummies mi è piaciuto, utile al 100%.
Ho una formazione in campo artistico, quindi di economia me ne intendo poco a livello “scolastico”. Anzi, siccome in Italia la preparazione sul tema è nulla, possiamo dire che non ne sappia proprio niente…
Questo volume descrive tutti i tipi di investimento, dai più semplici ai più complessi, utilizzando un linguaggio molto comprensibile (a prova di idiota, appunto). Azioni, obbligazioni, fondi d’investimento, criptovalute, polizze, ecc. spiegati in modo esaustivo. Sigle come ETF o CFD hanno finalmente smesso di essere dei concetti astratti e acquisito un significato.

Intropido utilizza lo stratagemmo del dialogo con un’aspirante investitrice per porre domande e dare risposte, chiarendo i dubbi più comuni. Molte di queste domande sono le stesse che avrei posto io: la cosa funziona.

C’è poi tutta una parte dedicata alla strategia d’investimento e a un minimo di analisi tecnica, l’ho apprezzata particolarmente. È un settore da approfondire, per quanto mi riguarda, quindi leggerò altro in merito. Ma, ripeto, funziona davvero bene l’elenco degli “strumenti” in mano all’investitore. Investire for dummies, in questo senso, potrebbe essere utilizzato come una sorta di bigino riassuntivo delle varie tipologie disponibili. Lo riprenderò in mano andando avanti con i miei studi, per ricordarmi cosa è (o cosa non è) quel particolare nome o sigla.

Ero scetttico sulla serie For dummies. Sbagliavo.

Libri che ho letto per accrescere le competenze finanziarie:
Padre ricco padre povero di Robert T. Kiyosaki (1997)
Investire for dummies di Massimo Intropido (2020)

“Padre Ricco Padre Povero” di Robert T. Kiyosaki

Eh, da dove iniziare…
Ho ripreso a studiare, sto pensando di investire qualche monetina (di questo si parla, come quantità) in azioni e quindi le mie serate “da sballo” trascorrono tra i libri di economia e di finanza. Niente di troppo tecnico o problematico, solo il necessario per colmare qualche lacuna. Tra le altre cose ho letto parecchi blog, ascoltato podcast, visto vari youtuber… insomma, le solite cose che si fanno oggi quando si inizia ad informarsi su un argomento.
C’è, però, un solo testo che tutti consigliano (ne consigliano molti, ma su uno solo sono tutti d’accordo), ritenuto la Bibbia del cambio di mentalità, l’inizio di qualsiasi percorso economico, il primo gradino di una scala di banconote che porta verso il deposito di Zio Paperone (ok, forse sto esagerando, ma il concetto credo sia chiaro) e questo testo è Padre Ricco Padre Povero di Robert T. Kiyosaki.
Ecco, l’ho letto.

L’autore racconta di essere stato cresciuto da due “padri” (uno naturale – l’altro padre di un suo amico). Il primo, “povero”, istruito secondo il canonico sistema scolastico e votato all’idea della carriera lavorativa da dipendente come sinonimo di sicurezza economica; il secondo, “ricco”, poco fiducioso nell’istruzione canonica, dotato di forte spirito imprenditoriale e sicuro che la scuola non prepari in alcun modo a saper gestire il denaro. Da queste due “fonti” arrivano diversi consigli, sempre in contrasto tra loro. Kiyosaki sceglie di seguire i consigli del padre ricco e diventa milionario, tanto che a 46 anni va in pensione, occupandosi solo di fare congressi per spiegare alle persone come si fa a “pensare da ricchi”.

Sì, lo so, detta così ricorda uno di quei libri dove in copertina c’è un tizio che si sventaglia con dei dollari e che ha un titolo come “I dieci trucchi che ti faranno diventare miliardario”. Eppure penso che Padre Ricco Padre Povero sia comunque un buon punto di partenza. Magari non per me – non del tutto, almeno – ma per molti (moltissimi) potrebbe esserlo.

A chi mi riferisco? A chi ha una mente per nulla puntata verso l’imprenditorialità. A chi spende quanto guadagna (è sufficiente guardarsi intorno, non sono pochi). A chi dopo un mese di pandemia – un esempio a caso – si trova in crisi perché la proprio attività è rimasta senza denaro. A chi fa seguire a un aumento di stipendio un modello nuovo di auto/cellulare/orologio. A chi, insomma, spende il denaro in cose/oggetti/esperienze passive (cioè, per semplificare, in cose che aumentano le uscite) e non lo reinveste con l’obiettivo di aumentare i propri ingressi.

Kiyosaki esprime un concetto abbastanza semplice: il povero e l’appartenente alla classe media comprano l’oggetto di lusso prima di avere i soldi per poterlo acquistare, in una costante gara con il vicino di casa; il ricco compra quando ha già il denaro in tasca.
È vero.
Per come la vedo io, sono poche le cose che hanno una giustificazione per essere rateizzate – probabilmente solo la casa e l’automobile – eppure viviamo in una società di persone “poco oculate” che comprano il telefono a rate o, peggio, vanno in vacanza pagando a rate. Questa è totale incapacità di amministrazione del denaro senza se e senza ma (se il denaro puoi accumularlo dopo, allora puoi accumularlo anche prima, e senza pagare interessi).

La mia lancetta è già puntata in uno stile di pensiero molto simile a quello di Kiyosaki, quindi il benificio tratto dalla lettura è stato ridotto. Mi rendo tuttavia conto di essere una mosca bianca, per cui mi sento di consigliare comunque la lettura a chi ha una visione diversa dalla mia, perché potrebbe essere utile.

E non preoccuparti, sto leggendo anche Ghost di Matheson, tra poco torniamo a parlare di narrativa…