Regionevoli dubbi (2006) è il terzo romanzo (per ora di sei) della serie dell’avvocato Guerrieri, scritta da Gianrico Carofiglio. No, in genere non si inizia a leggere una serie dal terzo episodio, ma quando ho trovato questo libro al mercatino dell’usato non sapevo facesse parte di una serie (c’è qualcosa che non ne fa parte, ultimamente?). Comunque, avendo, come sai, intenzione di leggere più autori italiani, e essendo Carofiglio uno scrittore da sei milioni di copie vendute (nel mondo), non ci ho pensato due volte e l’ho comprato.
È un thriller giudiziario, quindi ti racconto poca trama altrimenti perdi tutto il gusto della lettura.
Fabio Paolicelli, di ritorno dalle vacanze con moglie e figlia, si ritrova la macchina imbottita di cocaina (40 kg). Lo fermano, lo arrestano. Dopo un primo fallimentare processo, nel quale viene assistito da un avvocato che gli è stato imposto, si rivolge all’avvocato Guerrieri, ovviamente dichiarandosi innocente. Guerrieri, oltre a difenderlo, si prende una sbandata per la bella moglie orientale. Mi fermo.
Nonostante il mio acquisto impulsivo (o compulsivo), posso tranquillamente dirti che, sebbene mi mancassero i primi due episodi della serie, non ho avuto alcun problema di lettura (ti dirò di più: che il romanzo facesse parte di una serie l’ho scoperto cinque minuti fa). Meglio così, anche se, potendo scegliere, mi sarei diretto verso qualcosa di più vicino ai miei gusti, dello stesso autore, tipo Le tre del mattino. Come sai, non amo né le serie né i gialli, ma non è certo colpa di Carofiglio…
[Un inciso. Non amo i gialli perché hanno, per forza di cose, una trama “usa e getta” che perde qualsiasi attrattiva una volta terminato il libro. Non amo le serie (sia su schermo che su carta) perché mi piace ricevere stimoli nuovi, non cerco la quiete cerebrale. Ma di questo te ne ho già parlato approfonditamente QUI.]
Torniamo a Ragionevoli dubbi. L’ho letto in due giorni, quindi è parecchio scorrevole. Eliminando la trama, la forza del romanzo risiede tutta nel personaggio Guerrieri. Un uomo insicuro e ironico, che sa il fatto suo lavorativamente, ma dà sempre l’impressione di stare agendo un po’ a caso. Alla fine non può che risultare simpatico, nella sua debolezza, e rendere facile l’immedesimazione.
Quindi? Quindi leggerò ancora Carofiglio, magari evitando le serie e i gialli. Questo perché mi sarebbe piaciuto studiare ancora un po’ l’uomo Guerrieri e il suo modo di rapportarsi con il mondo, invece di entrare nei percorsi giudiziari e nei legalismi. Ma questo è un gusto mio, perché la costruzione della storia è ineccepibile, perfettamente a norma con il genere. Magari recupererò proprio Le tre del mattino.
Mi trovi pienamente d’accordo sui gialli, anche se ogni tanto ne leggo qualcuno. Ho fatto anni a leggere Deaver fino alla nausea e poi l’ho praticamente abbandonato. Le serie letterarie non mi dispiacciono. Quelle tv nemmeno ci provo. Anche io sono un po’ prevenuto sugli autori italiani ma ultimamente ho scoperto Monaldi e Sorti. Romanzi che ovviamente fanno parte di una serie…
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Deaver non l’ho mai letto, è sempre lì che mi strizza l’occhio da qualche scaffale ma non ho mai comprato un suo libro.
Sì, in particolare non mi piacciono i gialli che vanno di “moda” adesso, quelli con l’ispettore, il maresciallo, ecc. ecc. Mi sembrano un po’ tutti prodotti preconfezionati da “sceneggiato televisivo”, non so se mi spiego. D’altra parte è quello che il (triste) pubblico chiede, non ci si può fare molto. Monaldi e Sorti me li segno, non li conoscevo.
Grazie per il commento!
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