Di là dal fiume e tra gli alberi di Ernest Hemingway (Oscar Mondadori)

“Di là dal fiume e tra gli alberi” di Ernest Hemingway

Ho letto sei libri di Hemingway e me ne è piaciuto solo uno… e sai già qual è (peraltro uno dei miei romanzi preferiti in assoluto). Io e Ernest abbiamo un rapporto molto complicato, fatto di speranze disattese, incomprensioni, tempismi sbagliati. In poche parole: non ci prendiamo. Non ci prendiamo così tanto che sto quasi pensando di mollare i suoi tre romanzi che ho ancora sulla mensola delle cose da leggere, vedremo.

Di là dal fiume e tra gli alberi (1950), poco più di 300 pagine, un mese di lettura.
Il tema è buono, decadente e deprimente e con tutte le carte in regola per piacermi. Un vecchio colonnello (che poi è una delle solite e ritrite rivisitazioni dello stesso Hemingway) trascorre un periodo di nostalgie e ricordi a Venezia, in compagnia di una giovane ventenne di cui è innamorato follemente, ricambiato. Parlano e si amano, lui le racconta della guerra, lei fantastica sul loro futuro insieme. Lei è ricca, molto ricca, e gli fa regali costosissimi, lui vorrebbe ricambiare in qualche modo ma è conscio della differenza di classe. Sono gli ultimi giorni per il colonnello, che intervalla l’amore con la caccia alle anatre, affaticato da un cuore stanco e malato che lo sta per tradire. Fine.

Il problema principale di questa storia è la totale assenza di coinvolgimento emotivo. I tanto decantati dialoghi scritti da Hemingway sono qualcosa di estremamente lontano dalla realtà. Asciutti in tutto sì, ma anche di verosimiglianza. Questo non aiuta per nulla. Non si può dire sia un romanzo pesante: le pagine, volendo, scorrono, il problema è che non vanno da nessuna parte, né con la storia, né con il cuore. Un romanzo che ha il fascino di una radiocronaca sportiva, fatta senza pathos, di uno sport che non ti interessa. Mi ha poi annoiato il personaggio del colonnello che, in fin dei conti, è proprio sempre lo stesso che Hemingway racconta in tutti i suoi libri. Non lo so, forse stanno invecchiando male questi romanzi, forse (più probabile) sto invecchiando male io.
Mi dispiace, in qualsiasi caso.

Libri che ho letto di Hemingway:
Fiesta – E il sole sorgera ancora (1927)
Addio alle armi (1929)
I quarantanove racconti (1938)
Di là dal fiume e tra gli alberi (1950)
Il vecchio e il mare (1952)
Vero all’alba (1954-56)

2 pensieri riguardo ““Di là dal fiume e tra gli alberi” di Ernest Hemingway”

    1. Ahah, sì, è probabile, anche se temo che a invecchiare peggio sia comunque io 😉
      Talvolta è vero, gli stessi libri letti in due momenti diversi regalano emozioni diverse… forse perché nelle fasi della vita si cercano proprio cose diverse e le si trovano dove meno ce le si aspetta. Grazie per il commento!

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