“Belle da morire” di Robert Bloch

Eros e morte in quattordici storie mozzafiato.

Questo è quanto riporta la copertina, e devo dire che effettivamente questa raccolta non ci va troppo lontanto.
Per chi non lo sapesse Robert Bloch è l’autore di Psycho (sì, quello di Alfred Hitchcock). I racconti contenuti in Belle da morire sono tratti principalmente da due raccolte dello scrittore, Pleasant Dreams (1960) e Midnight Pleasures (1987), e hanno come figura centrale quella della donna (fatale).

È un tipo di scrittura piacevole, scorrevole, non troppo ricercata. In media, direi, che le trame sono superiori allo stile, che pare spesso contenuto sia per quanto riguarda le situazioni splatter/horror che per i momenti di erotismo. Ed è proprio la caratteristica erotica che divide il volume in due parti, più contenuti i riferimenti dei racconti del 1960, più espliciti quelli del 1987. Chiariamoci però, non troverai cose come: «lui le strizzò le natiche e la trafisse con la sua turgida verga», non sono racconti pornografici. L’erotismo c’è ma non è invasivo.

Quasi tutti i racconti presentano un colpo di scena finale, una caratteristica forse un po’ retrò ma che io apprezzo particolarmente. Non ti troverai a chiederti come e quando sia finita la storia, come talvolta accade con i racconti moderni (spesso autocompiaciuti nello stile ma carenti nei contenuti).
L’ironia è un tratto distintivo dell’intera raccolta, dai diavoli truffatori ai mariti furbi, ogni situazione ti lascia con un macabro sorriso. Inoltre il livello dei racconti è uniforme, non ci sono momenti di “stanca”.

Non so se leggerò altro di Bloch, per i miei gusti lo stile è un po’ troppo leggero. L’ho trovato comunque un ottimo passatempo, chissà, se mi ricapitasse qualcosa di suo sotto il naso magari…

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